Simone Pieretti Una sconfitta inaspettata, nel momento migliore dei biancocelesti: dopo 16 risultati utili consecutivi la Lazio di Petkovic perde in casa contro il Chievo.
Neglispogliatoi l'allenatore laziale fa l'analisi senza fare sconti: «Mi aspettavo di vedere in campo un Chievo con nove uomini dietro la linea della palla - ammette il tecnico di Sarajevo - ma noi siamo stati troppo passivi. Avremmo dovuto sviluppare maggior gioco sugli esterni per poter sfondare la loro difesa. Il secondo tempo siamo andati meglio, abbiamo subìto il gol nell'unica occasione che abbiamo concesso agli avversari». Petkovic guarda avanti, non molla di un metro. Ha risparmiato Mauri ed Hernanes lasciandoli in panchina, il risultato gli ha dato torto. «Non cambierei di una virgola la formazione che ho deciso di mandare in campo - sottolinea con orgoglio balcanico - Mauri ed Hernanes non erano in grado di sostenere altri 90 minuti. Non abbiamo meritato di perdere, usciamo dal campo a testa alta. Non abbiamo giocato il nostro miglior calcio, siamo stati puniti nell'unica opportunità lasciata ai nostri avversari. La Juve? Non penso che la squadra pensasse alla semifinale di coppa Italia di martedì prossimo. A Torino abbiamo speso tanto dal punto di vista psicofisico, ma non dobbiamo cercare alibi, mi prendo tutte le responsabilità e vado avanti: non si può mettere in dubbio quanto di buono abbiamo fatto fin qui per una sconfitta». La Lazio cade davanti al diciassettesimo ostacolo, per consapevole logica degli scaramantici. Il passaggio a vuoto non frena le ambizioni del tecnico, consapevole della forza della sua formazione. «Non sono preoccupato - ribadisce - con maggiore convinzione avremmo potuto vincere. C'è mancato il gol, unicamente questo, per ottenere un risultato positivo». Ma è bastato cambiare due pedine per perdere l'identità della squadra: è stata una Lazio poco propositiva, meno aggressiva del solito. Le alternative non sembrano essere all'altezza dei titolari. «Partecipando a tre competizioni ci vogliono tantissimi giocatori di qualità - evidenzia l'allenatore laziale - se la società intende acquistare qualche giocatore deve essere migliore rispetto a quelli che ho già a disposizione. Non siamo un gruppo che sogna - conclude - guardiamo alla realtà cercando di fare al meglio. Ora l'importante è ripartire».