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Sorelle d'Italia

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DopoParigi e New York, Sara Errani e Roberta Vinci conquistano anche Melbourne, completando un giro del mondo trionfale e storico per il tennis italiano: mai nessun doppio azzurro aveva conquistato un torneo dello Slam, figurarsi tre in dodici mesi, impresa possibile solo per le inarrivabili Ciqui&Ciqui. Dopo aver stregato le avversarie sulla terra battuta del Roland Garros e aver meritato la leadership mondiale sul cemento degli Us Open, all'Australian Open Sara e Roberta hanno dimenticato in fretta le delusioni del singolare per lanciare un messaggio forte e chiaro: il doppio più forte del mondo è italiano. Meglio anche delle leggendarie sorelle Williams? Forse no, però a Melbourne le fenomenali americane hanno dovuto inchinarsi alle «piccole» Ciqui&Ciqui, favolose nella sfida dei quarti, prezioso antipasto della Fed Cup in programma a Rimini tra due settimane (dove Venus non ci sarà). E in finale, dopo aver spazzato via le russe Makarova-Vesnina, Errani e Vinci si sono liberate delle australiane Barty e Dellacqua. In attesa di un exploit del nuovo top 20 Andreas Seppi e della crescita dei 17enni Gianluigi Quinzi e Filippo Baldi (fermati rispettivamente nei quarti e in semifinale nel torneo junior), l'Italia deve ancora ringraziare le donne d'oro, felici e mai sazie: «Fateci godere questo trionfo – hanno spiegato – e poi lavoreremo per migliorare ancora». E allora, nonostante i problemi da risolvere sull'erba, perché non sognare uno storico Grande Slam? Di sicuro non possono ancora pensarci Djokovic e Murray, di nuovo uno di fronte all'altro domani mattina nell'ultimo atto del singolare maschile. La finale al momento migliore, perché Nadal è ai box, mentre Federer – forse per la prima volta in carriera – non può avere rimpianti per la splendida semifinale persa in cinque set contro Murray, 11ª sconfitta su 20 incontri giocati contro lo scozzese ma primo passo falso in uno Slam. Reduce dall'oro olimpico e dal primo trionfo Slam agli Us Open, in effetti, il nuovo Murray si è mostrato troppo forte per re Roger, orgoglioso nell'allungare la partita fino al quinto set prima di crollare (6-4 6-7 6-3 6-7 6-2). E così Melbourne potrà godersi una finale comunque storica. Djokovic inseguirà il terzo titolo consecutivo in Australia, impresa mai riuscita nell'era Open, mentre Murray deve sfatare il tabù della matricola: nessuno, dopo aver rotto il ghiacchio negli Slam, è riuscito a confermarsi nel major successivo. Ce la farà Andy?

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