di Gianfranco Giubilo Penultimo atto della Coppa spalmata, mancava soltanto che una semifinale di ritorno fosse programmata dopo la disputa della finale.
Partequesta sera il mese terribile della Lazio, che oltre al doppio confronto con la Juventus avrà in calendario la sfida con il Napoli, quasi decisiva per la rincorsa alla Champions. E che, con impegni meno severi in campionato, dovrà fare i conti anche con l'impaccio dell'Europa League, pesante per il livello dei rivali, i tedesdchi del Gladbach. A Torino senza Klose, ma Floccari ha dimostrato di poter offrire sufficienti garanzie, Petkovic chiede ai suoi di non ripetere le vacanze mentali che hanno prodotto il mezzo passo falso di Palermo. Elegante e signore come sempre, il tecnico è riuscito a eludere la tentazione del turpiloquio perfino quando gli è stato chiesto se ritenesse la sua Lazio superiore alla Juventus. Poco prima, aveva indicato nei bianconeri i grandi favoriti per lo scudettto, inplicitamente sottolineando i problemi che stasera i suoi ragazzi dovranno affrontare allo JuveStadium. Neanche Antonio Conte si presenta alla sfida senza interrogativi di formazione: torna Marchisio, ma Pirlo è ancora fuori, dovrà riflettere se rischiare Vucinic: non al massimo dell'efficienza, ma anche troppo prezioso per farne a meno a cuor leggero: il montenegrino ha già confermato di potersi improvvisare regista offensivo, oltre che rifinitore di lusso. Roma e Inter si sono appena lasciate, mortificate più che gratificate da un pareggio che non incoraggia la classifica, anche se gli altri della zona di immediato rincalzo non hanno avuto miglior sorte, Milan a parte. Stesso teatro per la partita di andata, il successivo appuntamento in primavera a San Siro, già tra una settimana sapranno quale sarà l'altra finalista, la speranza è che la Juve cannibale lasci qualche briciola. Zeman con un centrocampo non altamente qualitativo, ma del resto altre volte lo aveva designato anche quando erano disponibili Pjanic e De Rossi, assenti domani, come del resto Osvaldo. Forse potrebbe ritagliarsi uno spazio Marquinho, che domenica sera si è visto scavalcare nelle gerarchie dal solito pianto greco e dal consigliere federale Perrotta, ormai part-time. Se la società ha chiesto spiegazioni in merito, non è dato sapere.