Daniele Palizzotto Nessuna penalizzazione per il Napoli, nessuna squalifica per Paolo Cannavaro e Matteo Grava, stop ridotto da 39 a 21 mesi per Matteo Gianello: questa la sorprendente decisione presa dalla Corte di Giustizia Federale nel pr
Dopoquattro processi in 18 mesi e numerosi colpi di scena, i giudici sportivi hanno cambiato nuovamente le carte in tavola, smentendo uno degli ultimi punti fermi: tentare una combine, come confessato dall'ex portiere del Napoli Matteo Gianello, non costituisce illecito, ma solo slealà sportiva. Per essere chiari, l'articolo 7 del codice di giustizia sportiva definisce l'illecito come «il compimento, con qualsiasi mezzo, di atti diretti ad alterare lo svolgimento o il risultato di una gara o di una competizione ovvero ad assicurare a chiunque un vantaggio in classifica». Secondo la Corte federale Gianello - reo confesso della proposta avanzata ai compagni Cannavaro e Grava per alterare il risultato della partita Sampdoria-Napoli - non ha infranto questa norma, ma «solo» l'articolo 1, vale a dire «il principio di lealtà, correttezza e probità in ogni rapporto comunque riferibile all'attività sportiva». Una novità assoluta sul piano regolamentare, un precedente che farà giurisprudenza. Naturalmente i giocatori già condannati per la violazione dell'articolo 7 - un esempio su tutti il romanista Stefano Guberti, punito con tre anni di squalifica per aver proposto ad Andrea Masiello la combine della partita Bari-Sampdoria dell'aprile 2011 - non potranno chiedere la revisione dei processi (per Guberti, del resto, c'è ancora la speranza Tnas). E allo stesso modo le squadre sanzionate per i comportamenti illeciti dei propri tesserati - Siena, Atalanta, Torino e Sampdoria per fermarci alla serie A 2012/13 - dovranno scontare le rispettive penalizzazioni. Il Napoli esce dunque dal processo con una semplice ammenda (50 mila euro per il comportamento «sleale» di Gianello) e può esultare: «È una vittoria sensazionale - ha dichiarato l'avvocato Grassani - giustizia è fatta, al Napoli è stato restituito ciò che ingiustamente era stato tolto». Ma il vero vincitore del processo d'appello è Matteo Gianello, difeso dall'avvocato Eduardo Chiacchio: «Il presidente De Laurentiis mi ha ringraziato - ha rivelato il legale napoletano - e questo mi ha fatto piacere. Sono contento di aver contribuito al risultato con la derubricazione del reato commesso da Gianello da illecito a slealtà sportiva». Dopo aver partecipato al dibattimento in aula, De Laurentiis ha espresso la propria soddisfazione, così come Cannavaro («Sto ancora piangendo dalla commozione») e Grava, mentre sullo sfondo il capo della polizia Manganelli ha lanciato un nuovo allarme: «Non posso dire cosa sta per accadere sul fronte calcioscommesse - ha spiegato - perché non voglio oscurare questa conferenza». Novità in vista, dunque. A livello sportivo, però, niente sarà più come prima: proporre una combine non è un illecito, i club possono stare tranquilli.