Una partita «secca», da giocare senza tutto l'attacco titolare contro la Fiorentina al completo e sul campo nemico per colpa di una folle interpretazione regolamentare.
Etanto per non farsi mancare nulla, Zeman ha aggiunto tensione a una vigilia blindata: macchine della polizia a presidiare Trigoria e squadra scortata alla stazione Termini, temendo una contestazione che non c'è stata. Marquinho, che sarebbe stato utilissimo nel tridente, resta in castigo a Roma per il sua reazione al cambio di Catania. Ieri ha chiesto di parlare col vice Cangelosi per chiarire l'episodio ma non è bastato. Dopo Osvaldo (due volte) e De Rossi, un'altra punizione da codice etico decisa anche stavolta in prima persona dall'allenatore. La società lo lascia fare, ma osserva preoccupata l'ennesima crepa nel rapporto tra il boemo e la squadra. «È un discorso disciplinare - spiega Zeman su Marquinho - ha fatto una cosa che un giocatore dovrebbe evitare. Io chiedo rispetto dei ruoli e anche del gruppo». La Roma non riesce a seguire il «maestro». «Per me è solo un problema di concentrazione. I giocatori devono trovare la convinzione e la voglia di lottare. Come prestazioni, a parte Torino, non hanno mai deluso: ci sono stati tanti errori che influiscono sul giudizio. A Catania non si è vista la voglia di vincere. Eravamo abituati a fare gol, ma negli ultimi tempi ne sbagliamo troppi per scarsa determinazione, perché non ci si crede appieno». La peggiore accusa possibile. Dalla crisi di Destro (a cui attribuiscono un flirt con la showgirl Ludovica Caramis) all'irrisolto caso-De Rossi, la serenità in questo momento non abita a Trigoria. «La tranquillità - aggiunge Zeman a Roma Channel - dobbiamo trovarla noi facendo risultati, è normale che quando non si vince le critiche arrivano da tutte le parti. Valutazioni generali, però, spettano alla società». Il tam tam schizofrenico sul successore del boemo è già partito: sfumata la suggestione Guardiola, in due giorni si è passati da Tovalieri a Klopp. La verità è che la Roma non sa ancora come comportarsi con il suo attuale allenatore a fine stagione. Decideranno i risultati e un obiettivo va difeso stasera, ma servirà una mezza impresa. «Non stiamo al meglio, ma ho fiducia nei giocatori - dice Sdengo - Destro e Balzaretti non stanno bene , vediamo se riescono a recuperare. Per me la Coppa Italia è sempre importante anche se da noi contano solo gli ultimi turni. Ce la dobbiamo giocare senza pensare all'Inter. La finale varrebbe l'Europa? Spero di arrivarci senza bisogno della Coppa». Ma la concorrenza in campionato è davvero agguerrita. Zeman rivolge uno sguardo al di là del Tevere: «La Lazio sta facendo un ottimo campionato. È stata anche fortunata in certe occasioni, ma la fortuna aiuta gli audaci». Il rivale di stasera è affamato di rivincita. Montella ricorda ai suoi che «da questa manifestazione può arrivare l'Europa» e sull'inversione di campo prova ancora a correggere il tiro dopo le frecciate di sabato scorso. «Avrei risolto tutto - spiega l'Aeroplanino - giocando andata e ritorno sui due campi. Così avremmo evitato queste diatribe e io sarei tornato volentieri a Roma». Dove c'è ancora chi lo rimpiange.