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di Gianfranco Giubilo C'è sempre qualche ruggine tra la Juve, regina in Italia, magari con qualche parentesi di usurpazione, e la Capitale.

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L'attualitàpotrebbe riproporre questo antico dualismo, che pochi avrebbero ipotizzato all'avvio della nuova stagione, quando molti guardavano con scetticismo, e perfino con ironia all'avventura laziale, soprattutto con l'arrivo di un tecnico senza retroterra illustri, ma subito in grado di esibire intelligenza e cultura, prima ancora che i risultati intervenissero a verificarne anche le capacità tecniche e l'abilità di gestione. Sarà una semifinale suggestiva, quella della parte alta del tabellone di una Coppa Italia svilita da una formula delirante e tornata attendibile soltanto dalle fasi conclusive, fermo restando l'abominio dell'inversione di campo che ha penalizzato la Roma. Meno di due settimane per questo scontro diretto che potrebbe avere risvolti psicologici importanti perfino nei confronti della classifica, come è logico per una sfida tra la capolista e la più immediata inseguitrice. La solidità mentale della Lazio induce a non considerare impossibile, per ardua che possa essere, la possibilità di ricucire un gap che l'impresa esterna della Sampdoria ha reso più umano. Cinque punti rimangono tanti, ma soltanto in relazione alle risorse innegabili che la Juve è in grado di profondere in questo girone di ritorno che sta prendendo l'avvio. Sembra incoraggiare, il calendario del turno, le ambizioni della Lazio, ma anche quelle del Napoli che senza la penalità sarebbe a fianco dei romani. La visita dell'Atalanta all'Olimpico e quella del Palermo al San Paolo offrono più serene prospettive rispetto al compito assegnato alla Juventus. Conte, che non ha offerto una bella immagine di sé quando ha sgridato un raccattapalle troppo sollecito nel restituire la palla al Milan, dovrà cercare il riscatto al Tardini, unico campo immune da sconfitte nella stagione. Allarmano le condizioni della caviglia di Vucinic. Già decisivo nella galoppata dello scudetto, il montenegrino si è confermato top player autentico. Qualcuno, a Roma, dovrebbe riflettere sulle iniziative promosse per «sbolognarlo»

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