Domenico Latagliata TORINO Magari durerà poco.
Quantomeno, la squadra che per adesso ha avuto più continuità di tutte le altre rivali, che non si è liquefatta al cospetto dei bianconeri (pareggio allo Stadium, pur al termine di una partita più catenacciara che altro) e che adesso li sfiderà anche in semifinale di Coppa Italia. Vera gloria o no, questo è lo scenario. E se Conte non ha mai snobbato nemmeno sua figlia Vittoria nei giochi casalinghi dove pur è costretto ogni tanto a perdere, figuriamoci se lo farà con una squadra che in un modo o nell'altro potrebbe anche mettere in difficoltà la sua Juve. «Ci aspetta un mese durissimo – è il parere del tecnico bianconero - abbiamo qualche emergenza in quanto a infortuni, dovremo gestirci al meglio e non dare nulla per scontato. Contro il Milan, in Coppa Italia, ho comunque ricevuto le risposte che aspettavo». Non da tutti, a dire il vero: però intanto la squadra ha ottenuto quel che voleva e alcuni big hanno riposato o gestito al meglio le proprie forze. Se poi, nel prossimo futuro, anche i vari Isla, Matri, Marrone e De Ceglie dovessero alzare il loro rendimento, tanto meglio: Conte non vede l'ora che ciò avvenga ed è comunque chiaro come la Coppa Italia rimanga il terzo degli obiettivi stagionali, pur senza dimenticare che lo scorso anno la Signora si arrese solo in finale e che anche di questi tempi non intenda lasciare nulla per strada. Quanto alla sfida sul doppio tavolo con la Lazio, l'impressione è che sulla lunga distanza la Juve si senta più forte di tutta la concorrenza:« Lo scudetto possiamo perderlo solo noi», è la frase che Buffon e Marchisio hanno ripetuto più volte anche in tempi recenti. «Non credo che la Lazio possa rappresentare un pericolo per il tricolore – sottoscrive Ancelotti - anche perché tra i suoi obiettivi della Lazio non c'è il tricolore ma un buon piazzamento per la Champions. In ogni caso, la Juve è la squadra più solida del lotto». In sostanza: per il campionato la Lazio non viene ritenuta attrezzata anche (soprattutto) perché le seconde linee non paiono al livello delle prime scelte. Per la sfida sui 180', invece, se ne può parlare: è la vecchia legge del calcio, insomma. In serata scoppia una polemica per colpa di un'intervista concessa a «Style» da Marchisio, a chi gli chiede se ci sia qualche giocatore che gli sta antipatico, replica: «Non qualche faccia in particolare, ma una squadra, soprattutto dopo le finali ruvide di Coppa Italia e Supercoppa: il Napoli. Quando me li trovo di fronte scatta qualcosa». Il club partenopeo a accusato il giocatore con una nota parlando di «grave offese».