Una questione legale.
OggiRoma e Fiorentina sapranno finalmente dove si giocare il quarto di finale «secco» di Coppa Italia, in programma giovedì 16. Al momento l'appuntamento è al «Franchi» - i biglietti sono già in vendita - dopo che la Lega ha applicato l'inversione di campo per impedire la concomitanza con la partita casalinga della Lazio con il Catania, salvo poi spostare la gara dei giallorossi di una settimana su richiesta della Rai. «La concomitanza di gare dei quarti», specificata nell'articolo 3 comma 7 della Coppa Italia è quindi venuta meno e la Roma ha chiesto di rispostare la partita all'Olimpico. Dopo il parere negativo della Lega Calcio, toccherà oggi pomeriggio alla Corte di Giustizia Federale, convocata a sezioni unite, esprimere un parere sull'interpretazione della norma. C'è la possibilità concreta che la Corte si dichiari incompetente e la Roma ieri ha alzato la voce, ottenendo l'immediata replica di Beretta, presidente uscente della Lega e, ironia della sorte, dirigente stipendiato da Unicredit. «L'inversione costituirebbe un'eccezione alla regola principale che sancisce il nostro diritto di giocare in casa - ha specificato Baldini - due gare che si disputano ad otto giorni di distanza non sono concomitanti». La risposta di Beretta: «Abbiamo applicato alla lettera il regolamento. Anche in passato si sono verificati casi simili e non ci sono stati problemi». Il riferimento è a Napoli-Inter dello scorso anno, disputata al San Paolo nonostante da tabellone spettasse all'Inter giocare in casa. Raccontano che a via Rossellini siano molto infastiditi dalla faccenda. Accusano i dirigenti romanisti di aver scavalcato l'autorità della Lega e pare che le pressioni esercitate sulla Federazione in questi giorni siano state fortissime. Storia vista e rivista nel calcio. D'altronde lo stesso è successo quando la Roma ha chiesto e ottenuto il 3-0 a tavolino per la gara di Cagliari, una partita che l'Alta Corte del Coni deve ancora chiudere. Per questo nuovo caso la società giallorossa sarà difesa dal legale Antonio Conte che accompagnerà Baldini e il consigliere Baldissoni, mentre in rappresentanza della Lega ci sarà l'avvocato Ruggero Stincardini, colui che ha partecipato alla stesura del regolamento in questione e che oggi porterà un parere scritto. Il paradosso dei paradossi. Se la Corte Federale si dichiarerà incompetente, la Roma dovrà arrendersi. Ma così «resterebbe il problema - sottolinea Baldini - di non potersi rivolgere a nessuno in casi come questo, lasciando alla Lega un arbitrio difficilmente accettabile». All'udienza di oggi si presenteranno anche i legali del club viola, che punteranno proprio sull'incompetenza giuridica della Corte per veder confermata la sede del «Franchi». «Si tratta - dice l'ad Mencucci - di rispettare un regolamento predisposto dalla Lega e approvato da tutte le società di serie A». E scritto comunque male: su questo non c'è dubbio.