L'Uefa indaga su Lazio-Tottenham
DanielePalizzotto Per fermare il razzismo serve il pugno duro: questa la convinzione del ministro dell'Interno Annamaria Cancellieri, questo l'obiettivo dell'incontro convocato oggi pomeriggio al Viminale con il capo della Polizia Antonio Manganelli e una delegazione della Federcalcio guidata dal presidente Giancarlo Abete. Il riprovevole episodio andato in scena giovedì scorso a Busto Arsizio - i cori razzisti intonati da alcuni tifosi della Pro Patria contro i giocatori del Milan - non è purtroppo rimasto isolato. Sabato scorso, durante la partita Lazio-Cagliari, alcuni sostenitori biancocelesti hanno preso di mira l'attaccante rossoblù Ibarbo, un comportamento condannato dal giudice sportivo con un'ammenda da 15 mila euro, sanzione tra l'altro attenuata perché la Lazio «si è concretamente operata a fini preventivi e di vigilanza» e perché «altri sostenitori hanno immediatamente e chiaramente manifestato la propria dissociazione». Non bastasse, la Lazio sarà sottoposta all'inchiesta dell'Uefa per la presunta condotta razzista dei propri tifosi nella partita casalinga contro il Tottenham: il club biancoceleste è già stato multato per i cori della gara d'andata, dunque stavolta rischia la squalifica del campo. Un quadro fosco stigmatizzato dalla Cancellieri: «Bisogna essere molto duri verso i comportamenti razzisti - ha spiegato il ministro dell'Interno - occorre agire contro i responsabili senza sospendere la partita, misura necessaria solo se la partecipazione ai cori è importante. Il Milan ha fatto un bel gesto, ma ora bisogna mettere in piedi una strategia seria perché cinque o sei perone non possono decidere le sorti di una partita: questi soggetti vanno sanzionati con misure come il Daspo (il divieto di accesso alle manifestazioni sportive, ndr)». Un'idea condivisa da Abete («Spero che arrivino migliaia di Daspo») e già attuata nei confronti dei sei giovani tifosi della Pro Patria, puniti con la sanzione massima: cinque anni lontano dagli stadi. Tra questi c'è anche Riccardo Grittini, 22enne assessore allo sport e alle politiche giovanili di Corbetta (comune vicino Milano), denunciato per istigazione all'odio razziale: «È un ragazzo stimato - ha osservato Antonio Balzarotti, sindaco di Corbetta - mi ha assicurato di non aver commesso alcun reato, solo qualche coro generico contro Ambrosini e non Boateng, cose che possono capitare allo stadio». I cori razzisti, però, non devono capitare. E per questo bisogna trovare una soluzione. «Boateng ha dato un segnale forte - ha osservato il presidente della Fifa Joseph Blatter -, ma dobbiamo trovare soluzioni sostenibili per affrontare la questione alle radici. Il calcio deve unire la gente». «Boateng ha fatto bene ad andarsene - ha sottolineato Ronaldo - il razzismo è una piaga, bisogna combatterlo con soluzioni effettive». E proprio per questo oggi il ministro Cancellieri incontrerà Manganelli e Abete.