La profezia dei Maya si avvera con l'inizio dell'anno
«Quandoquebonus dormitat Homerus» suggerivano i nostri progenitori, per spiegare come perfino Gigi Buffon, un grandissimo, possa concedersi un sonnellino, distratto sul primo gol, non irreprensibile sul secondo. Orecchie e musica per il Pescara, era arduo accreditarla di un'impresa a Firenze, contro una delle protagoniste più ispirate dell'alta classifica. A tenere vivi gli abruzzesi sotto il bombardamento dei viola, un fantastico Perin, poi i contropiede sono divenuti più incisivi, Johnatas ha costretto la Fiorentina a un assalto disperato, Celik ha potuto galoppare nelle praterie per sigillare tre punti preziosi e prestigiosi, il Pescara respira aria più salubre, anche perché in fondo risorge il Genoa, ma affonda a Parma il Palermo, alle spalle dei siciliani soltanto il penalizzato Siena. Hanno retto un tempo, i toscani, a San Siro, Bojan ha sbloccato il Milan, consegnandolo più sereno alla trasferta di mercoledì allo JuveStadium per la Coppa Italia. In rossonero, dunque, il volto «smile» di Milano, nonostante un primo tempo inguardabile. Musi lunghi per gli interisti, che al Friuli hanno mancato occasioni clamorose prima di essere travolti dall'eterno Di Natale, doppietta, e da Muriel. Stramaccioni, che un tempo non parlava mai degli arbitri, si è lamentato come se avesse subito uno scippo, senza apparente motivo. Alla zona Champions, schiacciata dagli spiritelli maligni del pomeriggio, mancava l'ultimo responso, quello della notturna al San Paolo. Ne è uscita con le ossa rotte la Roma, perché l'immediato gol di Cavani, il primo della sua tripletta, ha indirizzato la gara nella direzione tattica più gradita al Napoli, chiuso e pronto al contropiede. Hanno creato tanto, i romanisti, ma hanno altrettanto regalato in fase di conclusione, occasioni d'oro sciupate da Destro e anche da Bradley. Pjanic ha regalato a Osvaldo, troppo tardi messo in campo, il gol della speranza, poi ha rimediato il 2° giallo. Anche in 10 la Roma ha avuto palle da gol, ma doveva lasciare grandi spazi, l'ultimo lo ha sfruttato Maggio, per determinare un punteggio che rappresenta una punizione troppo severa per la Roma. Che non ha eguagliato la sua dimensione migliore, però non ha desistito dall'impegnarsi a fondo.