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di Gianfranco Giubilo Esausta per l'abuso di cibi grassi e di dolciumi, frastornata dai petardi di Capodanno, ma soprattutto in pericolosa crisi di astinenza, l'Italia del calcio torna a tuffarsi con sollievo nel campionato.

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Equilibrioe incertezza alle spalle della capofila, ma è difficile individuare il pericolo pubblico numero uno per il primato bianconero. Lazio, Fiorentina, Inter, Napoli e Roma a far mucchio in un manciata di punti, resta da stabilire quali, tra le pretendenti a un posto nell'élite continentale, porre rimedio alla discontinuità che finora ne ha reso altalenante la marcia. Dopo l'anticipo pomeridiano tra Catania e Torino, con i siciliani ancora in grado di agganciare la zona più nobile della classifica, spetterà alla Lazio aprire le danze nei saloni più lussuosi. Forte di un secondo posto in classifica che testimonia in modo eloquente la sua solidità atletica e mentale, la legione di Petkovic non vuole perdere l'occasione per ridurre a quattro punti il distacco dalla vetta, e sia pure per una sola notte. Sorride, il calendario, alla Juventus, che attende la visita della Sampdoria, Delio Rossi non è riuscito a frenare la marcia della Lazio, stavolta non è un ex, ma il compito è almeno altrettanto disagevole, potrebbe offrirgli motivo di consolazione il possibile forfait di Vucinic, per problemi a una caviglia. Due squadre appaiate in terza posizione, ma il pronostico è orientato a senso unico soltanto per l'impegno della Fiorentina, al Franchi contro un Pescara che non è proprio specialista delle trasferte. Più dura per l'Inter, attesa per il brunch domenicale al Friuli: l'Udinese perde pezzi preziosi ogni anno, ma quando va a fare la spesa riesce a sposare il risparmio con la qualità. Altre due classiche in calendario, quella tra Genoa e Bologna rievoca un passato lontanissimo, più attuale la sfida del San Paolo che spegnerà le luci sulla domenica. La Roma ha due giorni per sistemare qualche problemino relativo a giocatori di primo piano. Qualche dubbio su Osvaldo, se starà bene giocherà: che potesse cambiare maglia non lo hanno mai pensato né lui né la società. Adesso arrivano le smentite, anche se le invenzioni sfacciate non ne avrebbero necessità.

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