Una Lazio brutta e fortunata batte il Cagliari, eguaglia il primato di punti di Eriksson e per una notte sale a cinque punti dalla Juve capolista.
Isardi chiudono in nove per l'espulsione di Agazzi (secondo giallo) su Klose in occasione del penalty decisivo e per le inutili proteste di Cossu. Petkovic si affida ai suoi pretoriani: formazione tipo con Lulic preferito a Candreva non ancora completamente ristabilito da un problema fisico. Hernanes e Klose guidano l'assalto al Cagliari che si presenta coi cerotti: difesa baby con Perico e Del Fabro al posto degli squalificati Pisano e Astori. In mezzo al campo dirige Daniele Conti con Nainggolan e Dessena a sostenere l'attacco formato da Sau e Ibarbo (Pinilla è rimasto in Sardegna a curarsi). Fischia Orsato di Schio davanti a 30.000 spettatori che si accomodano nel freezer dell'Olimpico. L'aquila Olympia si accomoda sul trespolo biancoceleste dopo i tre giri canonici e la curva Nord esibisce uno striscione fin troppo chiaro sul pensiero dei tifosi: «Il campione vero è umile, raccoglie i palloni in allenamento della Primavera, non piange su Twitter e si riduce l'ingaggio, non rivendica un contratto mal valutato: Zarate vattene». L'amore è finito, la gente laziale non ha gradito le ultime uscite dell'argentino. Tant'è, si parte e la Lazio prova subito a spingere sull'acceleratore. Il Cagliari fa mucchio dietro e riparte quando i biancocelesti rallentano il pressing. Il primo acuto vero è di Hernanes: punizione da trenta metri e pallone sulla traversa. Pochi minuti e Ibarbo se ne in contropiede, Sau trova Nainggolan che calcia a botta sicura: Marchetti ralllenta il tiro, Dias salva tutto sulla linea di porta. Difesa distratta, Petkovic richiama i suoi per una partenza troppo lenta quasi la squadra fosse rimasta ancora in vacanza. Si lamenta Pulga per un fallo invertito, protesta e viene espulso dall'incerto Orsato: in panchina resta l'altro tecnico Lopez per dare indicazioni ai suoi. Petkovic si aggrappa alla coppia Hernanes-Klose che confeziona una grande occasione: il tedesco salta Agazzi ma poi calcia incredibilmente fuori. Il finale di primo tempo è dedicato ai cori razzisti: qualche «buu» parte da un settore della Nord quando Ibarbo entra in possesso del pallone (tra i fischi del resto dello stadio), il diesse Marroccu minaccia di andarsene ma gli arbitri non si accorgono di nulla. Conciliabolo a bordo campo, poi la gara va avanti fino al termine di un primo tempo bruttino mentre per fortuna la curva espone uno striscione di ringraziamento per Tommaso Rocchi passato in settimana all'Inter dopo nove anni a Roma. Lazio distratta, Cagliari vivo nonostante le cinque sconfitte di seguito. Si riprende senza cambi e con i biancocelesti sempre troppo molli nonostante i richiami del tecnico che non ritrova il furore mostrato nel 2012. Ci si mette anche la sfortuna sotto forma di auto-palo di Ekdal e tap-in fallito da Biava: sono due i legni dalla banda di Petkovic. I sardi non si chiudono, anzi Lopez inserisce anche Cossu al posto di Dessena per fare ancora più male alla Lazio. E il Cagliari fa subito centro: azione prolungata di Sau, Dias non chiude, il destro dell'allievo di Zeman si spegne all'angolino per il vantaggio degli ospiti. Si fa sempre più difficile, entra Candreva per uno spento Gonzalez. Troppa confusione, troppa fretta nelle azioni biancocelesti e così non si sfonda. Ancora sostituzioni, tocca a Floccari e Ciani per Ledesma e l'infortunato Dias, dall'altra parte Sau lascia spazio a Nenè. Un destraccio di Candreva respinto da Agazzi apre le porte al pari in mischia: angolo del laterale destro, spizzata di Biava e Konko, spinto da Floccari, insacca. Il pubblico si scalda: Mauri pesca Klose pallonetto su Agazzi che frana addosso al tedesco. Orsato fischia il rigore ed espelle il portiere sardo. Cossu protesta e finisce anche lui sotto la doccia, Cagliari in nove. Entra il portiere Avramov (esce Ibarbo) ma Candreva da dischetto rimane freddo e ribalta il punteggio. Cinque minuti di recupero e poi tutti a festeggiare. Che bella Befana.