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Fabrizio Fabbri Un piccolo passo.

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Domani,in casa con l'Angelico Biella, una vittoria regalerebbe alla truppa di Marco Calvani la matematica certezza, di prendere parte alla kermesse con le migliori otto del girone d'andata che andrà in scena dal 7 al 10 febbraio ad Assago. Sarebbe questa la certificazione della rinascita della Virtus, novella araba Fenice, capace di riprendere vita da quelle che sembravano essere le sue ceneri. Già, perché lo scorso 6 luglio, in un afoso pomeriggio estivo, il destino della gloriosa società era segnato. Claudio Toti sembrava infatti deciso a non iscrivere la squadra al campionato 2012-2013. Nessuno aveva raccolto l'invito a succedergli o affiancarlo per tenere in vita il basket di vertice e tutto sembrava compromesso. Ma l'impegno dell'amministrazione comunale, nelle persone del Sindaco Alemanno e del Delegato allo sport Cochi, ha fatto si che Acea decidesse di continuare l'avventura accanto a Toti che ha fatto poi leva alla sua grande passione per andare avanti. Niente più investimenti faraonici e grandi nomi come Bodiroga, Myers, Lorbek o Parker, ma budget ridotto per consentire la sopravvivenza. In questo senario ecco il colpo da fuoriclasse di Toti. Per assemblare la nuova squadra il patron ha deciso di servirsi, consigliato anche dal vicepresidente dei Toronto Raptors Gherardini, di Nicola Alberani. Su di lui, ancora prima che iniziasse il suo lavoro, si è scatenata una ingiustificata ironia che però il dirigente arrivato da Forlì ha scacciato con i fatti. Profondo conoscitore del mercato americano Alberani è cresciuto a pane e basket. «Era la mia grande passione fin da ragazzo - ha dichiarato il gm - quando ancora giocavo. Seguivo molto la pallacanestro universitaria e quello che era un hobby diventato poi il mio lavoro». Confermato come coach Marco Calvani, che con il gm ha condiviso le scelte di mercato, Alberani si trovato a costruire la Virtus della spending review attorno ad un inatteso acquisto: Gigi Datome. Un contratto pesante, che sarebbe poi scaduto a giugno del 2013, sembrava escluderlo dal nuovo progetto improntato al risparmio. Quando l'addio al suo spropositato talento, che si mescola a delle doti umane non comuni, sembrava prossimo ecco il colpo di scena. Un incontro a quattro occhi nell'ufficio di Toti. Un dialogo tra padre e figlio. Con Datome che spariglia rinunciando ad una somma considerevole ed allungando al 2014 e Toti che deroga alzando, per il giocatore destinato a raccogliere da Tonolli il ruolo di capitano, il tetto limite di un ingaggio. Così Datome è stato il punto fermo introno a cui Alberani ha modellato la nuova creatura. Regalandole una spruzzata d'esperienza con Phil Goss, guardia dal sicuro rendimento, e Bobby Jones uno che «non sarà un fuoriclasse - parole del gm - ma che riesce ad essere utile in tutto». Quindi le scommesse che, ad oggi, sembrano vinte. Dagli Usa arrivano il trottolino Jordan Taylor, rookie con un' ottima esperienza universitaria, Czyz, il polaccone volante e soprattutto quel Gani Lawal che ad oggi è uno dei centri dominanti del campionato. Accanto a loro giocatori e uomini veri come D'Ercole e il lungo Lorant. Un gruppo che, in attesa che anche l'infortunato Dagunduro si unisca alla recita («il nigeriano vi sorprenderà, garantisco io» dice ancora Alberani), ad oggi ha vinto la sfida con la città, come dimostrano i dati di affluenza del pubblico, e si appresta a regalare ai tifosi di nuovo il sogno di inseguire la Coppa Italia.

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