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Un iter lungo un anno poi altri due per i lavori

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Pervederlo occorrerà ancora qualche anno: quattro o cinque. Questo è l'idea della società, ma le tappe da percorrere sono tante. L'annuncio del luogo in cui sorgerà l'impianto è solo il primo passo.Nello step successivo, occorrerà presentare il progetto. Italo Zanzi, il nuovo CEO della Roma, ha parlato di una capienza di 55-60 mila spettatori. Fenucci ha sottolineato che l'impianto sarà creato non solo per la partita, ma come vera e propria casa del tifoso. Una volta che Roma e Parsitalia definiranno il progetto, lo dovranno presentare a Roma Capitale che lo analizzerà. «Ci saranno uno o due mesi con assemblee pubbliche – spiega il sindaco Alemanno -, alle quali ogni cittadino potrà partecipare, ci sarà trasparenza e pubblicità. Non c'è nulla di nascosto in questa situazione. È l'iter previsto obbligatorio per legge, poi sarà approvata la prima delibera in Assemblea Capitolina del consiglio comunale, poi una conferenza dei servizi esterna con le altre amministrazioni: Regioni, Ministero dei beni Culturali e infine una conferenza finale che sarà mandata in Regione e avremo un accordo con Sindaco e Regione. Ultima, l'approvazione in consiglio comunale. Se passerà la legge sugli stadi l'iter sarà più snello. Ci dovremo mobilitare al massimo per avanzare i processi in parallelo e un anno per noi sarà sufficiente». Occorrerà valutare il piano volumetrico, l'impatto ambientale e urbanistico. Tutte questioni che dovranno essere studiate e approvate per poi passare allo step successivo: quello della costruzione. «Il 2016 è una data ambiziosa, ma fattibile. Si deve lavorare 6 mesi sulla progettazione, un anno sulla burocrazia e due anni per la realizzazione. Abbiamo un anno di tempo per le procedure buorcatiche, per portare avanti le autorizzazioni. Se nel frattempo fosse approvata la Legge sugli Stadi potremmo farcela in otto mesi» spiega il Sindaco. Tra i nodi c'è quello della collocazione urbanistica. La realizzazione dello stadio dovrà essere pianificata pensando alle infrastrutture e al potenziamento dei mezzi pubblici per rendere agevole il raggiungimento dell'impianto. «La scelta dell'area è stata fatta in un quadro urbanistico già certo, dove un insediamento era già previsto. Non si parla di aree agricole che poi vengono edificate, ma aree che vengono riqualificate. L'ippodromo? L'ipotesi concreta è mettere dentro la convenzione del privato che lo realizzerà. L'idea è farlo al Pescaccio in un'area privata». Altra questione è quella dell'impatto ambientale. Si dovrà tenere conto di aspetti idrogeologici come l'ansa del Tevere. Si tratta di un terreno già fortemente compromesso, degradato con un depuratore che «sarà tombato – annuncia Alemanno - non rimarrà a cielo aperto ma sotterrato». Occorrerà valutare, analizzare e rispettare ogni punto, prima di passare alla costruzione e vedere, come spera il presidente Pallotta, «Totti calciare il primo pallone».

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