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Roma A stelle e stress

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Giallorossi affaticati dal viaggio a Orlando, Zeman è preoccupato De Rossi: tutto bello ma conta vincere. Baldini: serve per crescere

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Oredi sonno, per esempio. Un volo di undici ore, per di più scomodo a detta dei giocatori stessi, è il minimo indispensabile per una società che vuole farsi conoscere ed esportare il proprio marchio oltre Oceano. La casa di Topolino non è proprio dietro l'angolo e tra i tanti sorrisi dei bambini e dei tifosi accorsi ad Orlando, spunta il viso teso e corrugato di Zeman, che avrebbe preferito svolgere il richiamo di preparazione vicino casa per evitare che i sintomi del jet lag avessero la meglio sui giallorossi e dedicarsi completamente agli obiettivi stagionali legati ai risultati sul campo. Ma il marketing è aria pura per un club in crescita e l'America è un continente che sta assorbendo come una spugna la cultura calcistica. Due valide ragioni per prendere un charter e volare dall'altra parte del mondo, nonostante l'imminente trasferta di Napoli con mezzo campionato ancora da scrivere. L'arrivo a rate dei sudamericani è un'altra scocciatura per Zeman, apparso più preoccupato del solito quando si è messo davanti al microfono per la prima mini-conferenza stampa negli States: «Le strutture sono molto belle. Spero - l'augurio del tecnico boemo - che la squadra possa lavorare in tranquillità e prepararsi per le partite che ci aspettano. Per arrivare bene alla fine bisogna fare risultati e ogni partita è buona per ottenere risultato e avere la voglia di superare gli avversari. Peccato non ci siano tutti i giocatori qui». Dalla nota dolente alla più piacevole: «Io penso che sia inutile parlare di Totti: è da più di 15 anni che gioca ad alti livelli. Ha avuto infortuni pesanti, ma la sua classe è sempre uscita fuori. Sta dimostrando anche quest'anno di poter dare tanto, non solo alla Roma ma al calcio italiano in generale». Il capitano è stato subito protagonista in Florida: la foto scattata con Topolino, Minnie e Pippo ha fatto il giro del mondo. L'«incontro tra leggende a Disney» - così la Roma ha titolato l'immagine su Twitter - è l'esempio più nitido delle intenzioni della società, il motivo per cui le undici ore di volo devono passare in secondo piano e lasciare spazio a strette di mano in mondovisione o collaborazioni con i più piccoli. Perché ieri i giallorossi non si sono solo allenati, hanno anche fatto da maestri a ragazzi e ragazze dei college americani ospitati dall'ESPN per il Disney Soccer Showcase. Baldini non è stato scelto per caso, il suo passato in Spagna e Inghilterra era una garanzia per gli americani. «Vogliamo fare un percorso - spiega il dg giallorosso - per rendere questa società competitiva, non solo in Italia e in Europa, ma nel mondo. La tournée rappresenta questa volontà: farci conoscere, avere più fan possibili e farci compiere un cammino virtuoso, dentro e fuori dal campo. La priorità è quella di viaggiare insieme, staff tecnico e dirigenza. Deve esserci sinergia sportiva tra la parte tecnica e quella commerciale. Sono stato al Real Madrid, la squadra più forte del mondo dal punto di vista commerciale. Deve essere il nostro modello. Prestiamo il fianco alle critiche, ma cerchiamo di minimizzare comunque quelli che potrebbero essere i danni e cerchiamo di massimizzare i benefici». De Rossi, stavolta, concorda con il tecnico: «La differenza tra questa e la passata gestione? Condividono la passione, ma ora le cose si fanno in grande. Tutto deve essere subordinato ad un solo scopo, il risultato. Spero che non sia troppo stancante e di arrivare bene a Napoli». Se Baldini dribbla l'argomento stadio e Totti ci scherza su («Il mio contratto scade nel 2014, sarà difficile giocarci ma non impossibile»), De Rossi ne è davvero entusiasta: «A Roma farebbe la differenza e sono convinto che porterebbe punti in più. Perché no, anche qualche soldo in più e di conseguenza giocatori forti che portano altri punti in più». Lo stadio è il termometro del calcio e Bradley sente che sta diventando caldo anche nel suo Paese: «C'è più gente e più attenzione, ma ci vuole tempo». Totti conferma: «Il calcio può affiancare basket e football americano e diventare importante anche qui». L'America già lo ama.

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