La prima volta di Dominik
Ladiscesa di Bormio è tutt'altro che semplice: le pendenze sono molto ripide e il corpo è sottoposto a continue sollecitazioni, ma questo non può impensierire un uomo dalle fattezze monumentali, alto 183 centimetri per un peso di circa 104 chilogrammi. Nemmeno la giovane età può frenare Paris in una giornata nella quale è tutto riuscito perfettamente sia a lui sia a tutta la squadra azzurra: quattro atleti piazzati nelle prime undici posizioni, con Werner Heel sesto, Christof Innerhofer nono e Peter Fill undicesimo, piazzamenti che permettono all'Italia di balzare al secondo posto nella classifica per nazioni dietro l'Austria, che sta dominando questa speciale competizione. L'unico capace di tenere testa agli azzurri in questo giorno da incorniciare è stato l'austriaco Hannes Reichelt, primo a pari merito con Paris al termine di una gara tiratissima: i due hanno fatto segnare il tempo di 1'58”62, mentre il favorito numero uno della vigilia, il norvegese Aksel Lund Svindal, è arrivato terzo in classifica finale distanziato di un solo centesimo di secondo. «È andato tutto benissimo, ho raggiunto la prima vittoria della mia vita in Coppa del Mondo su una pista difficilissima», racconta un incredulo Paris subito dopo la fine della gara. «È tutto molto emozionante. La discesa di Bormio è complicata perché è molto veloce e bisogna avere il coraggio e la forza di dare il massimo dall'inizio alla fine, e io ci sono riuscito». Da piccolo Dominik era un semplice pastore di alta montagna, adesso la passione per lo sci lo ha portato a posizionarsi davanti ai più importanti protagonisti del circo bianco a circa due ore di macchina da casa sua; il merito di questo successo, oltre ad essere suo, è anche del bel clima che si respira all'interno della nazionale italiana, come lui stesso ha voluto sottolineare al termine della discesa: «Tra di noi stiamo bene, ci divertiamo tutti a sciare, quindi riusciamo ad andare forte. Nelle prossime gare cercherò di rimanere ancora con i migliori». Ma prima di pensare al futuro, l'ex pastore vuole godersi fino in fondo il successo, senza parlare troppo, proprio come piace a lui, ma quelle poche parole dimostrano tutta l'incredulità di una vittoria che è arrivata quasi all'improvviso: «Non riesco a credere di aver realizzato l'impresa. Ho fatto una fatica incredibile, ho spinto dal primo all'ultimo metro perché sapevo che su questa pista si può arrivare ad un risultato solo in questo modo. Avevo fatto due buone prove e ci tenevo molto a fare risultato. Ieri i miei compagni, soprattutto Innerhofer, mi mettevano un po' di pressione continuando a darmi per favorito; ora che sono lì davanti sono davvero contentissimo». Ed effettivamente i suoi compagni avevano ragione, visto che Dominik in prova aveva ottenuto sempre il terzo tempo, segnale di un ottimo feeling con questa pista. Ma più in generale, gli azzurri stanno dimostrando di andare molto forte soprattutto sulle piste particolarmente difficili, visto che le prime due vittorie stagionali erano arrivate con Christof Innerhofer e Matteo Marsaglia sulla terribile «Birds of Prey», un'altra discesa davvero molto complicata da affrontare. Per trovare continuità dei risultati bisognerà iniziare ad andare forte anche sulle piste più facili, ma confrontando questa stagione con la precedente non ci sono paragoni che sussistono: adesso gli italiani stanno viaggiando su alti livelli e possono ancora migliorare, considerando la giovane età dei protagonisti che stanno animando la valanga azzurra.