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di Gianfranco Giubilo Bagagli già chiusi, compagne impazienti, obiettivo vero le vacanze di Natale, una noiosa formalità questi due giorni di campionato che anticipano l'arrivederci all'Epifania.

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Nonpoteva mancare, prima degli auguri, la nota comica: spostata la data di Fiorentina-Roma ma si giocherà ugualmente a Firenze, contro ogni logica, tanto valeva lasciare la concomitanza temporale con la Lazio. Virtualmente aperto dalla capolista, dopo l'anticipo pomeridiano che aveva visto il Catania cadere al 95' a Pescara, tre punti d'oro per gli abruzzesi. Tifo a senso unico a Parma, zittiti i quattro gatti arrivati dalla Sardegna, ma la vittoria preventivata arriva soltanto nel recupero, Matri sigla la doppietta, il Cagliari era stato avanti a lungo, su rigore, Vidal ne aveva sbagliato uno. Con i sardi in dieci, rosso per Astori, e con Ekdal zoppo, la Juve ha trovato la mossa vincente mandando in campo Vucinic, al solito decisivo, Agazzi ha fatto miracoli, infine perfino inutile il terzo gol, la firma del fantastico montenegrino. Spicca nel programma, per storia, tradizione, ma stavolta per comuni interessi di classifica, la sfida dell'Olimpico. Un duello che richiama tanti momenti indimenticabili, su tutti i cinque gol della Roma di Zeman al Milan di Capello, un trionfo che aveva suscitato grandi speranze, ma avrebbe prodotto soltanto un quarto posto. Poi la squadra e il tecnico che non ci stava a farsi i fatti suoi avrebbero scatenato la rappresaglia, durissimo il prezzo pagato per l'affronto al potere occulto, che era poi quello reale. Stavolta la crescita della Roma e l'esigenza di ricostruzione dei rivali rende equilibrato il confronto, nel quale i romani devono difendere la posizione dalle velleità di sorpasso dei milanesi. Sugli opposti fronti, i due ventenni che si contendono la leadership tra le ultime leve, alle capacità realizzative di El Shaarawi fa da contraltare lo straordinario talento di Lamela, che torna titolare dall'inizio dopo che la sua ascesa era stato frenata da un infortunio. Scelte di Zeman non definite, si dovrebbe rivedere De Rossi, condizionale obbligato. Per l'alta classifica, il compito più complesso deve svolgerlo la Lazio, la Samp si affida al cambio di panchina, stavolta la presidia il vecchio amico Delio Rossi, che sa come mettere in crisi le avversarie di turno. Insidie più morbide per il Napoli a Siena e per l'Inter in casa col Genoa, qualche rischio per la Fiorentina a Palermo.

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