Coppa Italia a Firenze
AdrianoSerafini Cambiano le date e di conseguenza l'interpretazione del regolamento. Nel caos che sta investendo la Lega Calcio, immersa nelle elezioni del nuovo presidente, l'ultimo pasticcio è stato confezionato ieri, nel momento in cui venivano pubblicati e ufficializzati orari e giorni dei quarti di finale di Coppa Italia. Tutto normale, almeno finché la notizia dello slittamento di una settimana della gara tra Fiorentina e Roma aprisse a Trigoria un nuovo possibile scenario, probabilmente dimenticato negli uffici milanesi del calcio italiano. I giallorossi, pronti a cedere di diritto il fattore campo alla Lazio (forte del piazzamento migliore ottenuto in campionato nella scorsa stagione), si aspettava però di giocare il turno nella stessa settimana dei cugini. Un «trasloco» legato giustamente alle condizioni di un terreno di gioco troppo sollecitato per ospitare due gare in 48 ore. Poi la decisione di spalmare le quattro gare in quindici giorni (che dà la possibilità alla Rai di coprire in tv gli eventi in più giornate) hanno fatto il resto. L'appuntamento fissato al Franchi mercoledì 16 gennaio, quindi, ben otto giorni successivi alla sfida dei biancocelesti contro il Catania all'Olimpico (in programma l'8 gennaio), non autorizzerebbe secondo la Roma a un'inversione di campo in un tabellone che avrebbe in precedenza consentito di affrontare i ragazzi dell'ex Montella nella capitale. Con la Lazio «scontenta» di dover chiudere con un giorno di anticipo le vacanze natalizie (giocherà sabato 5 gennaio in anticipo con il Cagliari, prima di tornare in campo martedì con i siciliani), i legali giallorossi stanno studiando se il passaggio «concomitanza di gare» (e non di turno), ben specificato nella norma in questione, potrebbe aprire ad uno spiraglio su un possibile errore di interpretazione. Il regolamento della Coppa Italia dice che «se due società che disputano le gare interne sul medesimo campo hanno concomitanza di gare dei quarti di finale in casa, la vincente della competizione o, in subordine, la società meglio classificata in campionato al termine della stagione precedente a quella in cui si disputa la competizione mantiene il diritto di giocare in casa, mentre l'altra subisce l'inversione del campo». Un ricorso vero e proprio non è praticabile. La Roma sta valutando se ci siano i margini per un'istanza da consegnare sulla scrivania del Presidente (in attesa di definizione) della Lega, in cui ci si appellerà al buon senso, difendendo un possibile danno economico (mancata entrata del botteghino) e alla tutela dei propri tifosi per un diritto precedentemente acquisito, e poi contraddittoriamente sparito.