La sesta sinfonia nel gelo, dove la musica è un auspicio e l'atmosfera è una certezza.
«Cistiamo esprimendo bene - riconosce il boemo - per più tempo e con meno errori. C'è la voglia di fare le partite, di inseguire degli obiettivi e non più scendere in campo tanto per giocare». Un bel passo in avanti insomma, «ma io - prosegue Zeman - non mai detto che i ragazzi non mi seguono. Non bisogna stare dalla mia parte ma da quella della Roma: la squadra si è resa conto che vuole raggiungere qualcosa». Oggi il campo preoccupa più dell'avversario. «Spero che il terreno ci permetta di giocare a calcio. A Parma c'era da prendere le pinne e cercare di sbattere forte i piedi. Cosa dobbiamo cambiare? Sul campo pesante bisogna giocare più "lungo" del solito». È più adatto De Rossi o Tachtsidis a farlo? «Il greco - spiega Sdengo - ci aiuta a essere più veloci, Daniele per mantenere il possesso palla. Possono giocare tutti, ora la formazione che ho schierato contro Siena e Fiorentina sta facendo bene, bisogna vedere se altri fanno meglio in allenamento». De Rossi, a quanto pare, è uno di quelli. «A parte il pestone preso venerdì, sta bene di testa che è più importante. Adesso si applica di più e partecipa attivamente all'allenamento». Evidentemente prima non lo faceva e il suo problema, in fondo, è tutto qui. L'altro «discolo» Osvaldo, invece, «deve imparare dai suoi errori. È uno che quando sbaglia lo ammette. Lo vorrei più equilibrato, spero che cresca e capisca cosa può servire alla squadra e cosa la danneggia». Contro il Chievo toccherà a uno tra lui e Destro comporre il tridente con Totti e Pjanic. «Con Miralem davanti siamo più equilibrati, soprattutto in fase difensiva dove lui aiuta di più. Oggi la "coppia" per quel ruolo è Pjanic-Lamela, poi si vedrà. Erik sta bene, ma bisogna vedere le condizioni del campo». Partirà dalla panchina e al suo fianco sarà seduto uno tra Goicoechea e Stekelenburg oltre a Lobont. «Tutti e tre i portieri mi danno la tranquillità. Cosa mi piace di loro? Goicoechea partecipa di più, Stekelenburg para di più». Oggi capiremo se per il boemo è più importante parare o parlare. Ha altri problemi Dodò. «Non è ancora in grado di giocare 90 minuti», conferma Zeman che ha pazienza e non chiede acquisti. «Odio il mercato invernale, se compri un giocatore prima che si inserisce si arriva ad aprile. Se poi qualcuno di questa rosa non è contento se ne può parlare». Ancor prima bisogna affrontare la tournée invernale negli Usa, col rientro programmato a soli tre giorni dalla trasferta di Napoli. «Io - scherza Zeman - magari volevo andare a Cipro. Spero che si possa lavorare bene lì, il clima ci aiuterà e non credo che il fuso ci disturberà». Lo dirà il risultato.