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È arrivato in anticipo Santa Klose anche se non è ancora Natale.

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Primotempo biancoceleste, ripresa nerazzurra con due pali che salvano Marchetti prima della prodezza del «babbo» tedesco. Nono risultato utile, zona Champions e tre punti fondamentali per la stagione. Alla fine Petkovic recupera Konko e rilancia Lulic al posto dell'affaticato Candreva. Davanti c'è Klose con Hernanes e Mauri (a destra) incursori con licenza di fare male. Stramaccioni sceglie la difesa a quattro sacrificando Juan Jesus a vantaggio di Pereira. In attacco Guarin dietro alla coppia Cassano-Milito con Palacio inizialmente in panchina. Si parte con lo show perfetto di Olympia e almeno diecimila tifosi interisti a spingere i nerazzurri nell'inseguimento della Juve mentre gli altri 35.000 sperano in un successo biancoceleste che avvicini la zona Champions. Prima, naturalmente, c'è spazio per rinsaldare la vecchia amicizia tra le tifoserie, uno degli ultimi gemellaggi italiani che ha resistito anche a partite storiche come la finale di Parigi vinta dall'Inter oppure quella 5 maggio del 2002 con la clamoroso successo laziale che costò il tricolore al club di Moratti. Il primo squillo è di Hernanes da trenta metri ma ci vuole ben altro per far venire i brividi ad Handanovic passato fugacemente per Formello senza che nessuno si accorgesse della sua bravura. Bissa Ciani poco dopo in mischia ma sono solo avvisaglie dell'assalto laziale. Perché l'Inter se ne sta rintanata, aspetta lo spazio giusto per colpire in contropiede anche se si fa vedere pochissimo in avanti più per necessità che per scelta. A centrocampo dirige Ledesma, sulla destra spingono bene Konko e Gonzalez con Mauri che si accentra alla ricerca della posizione migliore. Non ci sono grandi occasioni ma la supremazia territoriale è netta così come le ansie della difesa nerazzurra. Dall'altra parte solo Guarin prova ad accendere i suoi con scarsi risultati mentre Zanetti fa più spesso il quinto difensore che il mediano. Il diagonale di Konko alla mezz'ora con lo sfortunato tap-in di Klose respinto col corpo da Ranocchia è la conferma che in campo c'è tanta Lazio, poca Inter e un rigore (o punizione dal limite) non concesso dal solito modesto Mazzoleni: Pereira colpisce Klose mentre il tedesco sta per calciare al limite dell'area. Tant'è, l'Olimpico è imbufalito, a ragione, perché le immagini danno torto al fischietto bergamasco: il fallo c'era di sicuro. Il primo tempo si chiude così con la consapevolezza che la banda di Petkovic stia disputando un'ottima gara mentre l'Inter deve fare qualcosa di più. Si ricomincia ma il clichet non cambia: la Lazio attacca, i nerazzurri fanno mucchio dalle parti di Handanovic. Anche se la stanchezza comincia a farsi sentire e Milito fa venire i brividi a Marchetti costretto all'uscita disperata per anticipare l'attaccante argentino. È il segnale che verso il quarto d'ora la partita sta cambiando perché ora l'inter risale la corrente meglio, Stramaccioni alimenta la rinascita inserendo la terza punta Palacio al posto di Cambiasso toccato duro da Ciani. Ora la sfida è equilbrata, nella difesa biancoceleste si apre qualche crepa e allora Petkovic ricorre a Candreva e fa rifiatare un Lulic intermittente. Il diagonale di Guarin si spegne sul palo, Lazio fortunata e con la lingua di fuori perché le idee sono annebbiate dallo sforzo compiuto in avvio. Ormai è un monologo della squadra di Stramaccioni, Cassano colpisce un altro palo, sulla respinta Marchetti è prodigioso su Milito, ancora Palacio sfiora il vantaggio. E la Lazio? Una punizione di Hernanes, un fendente di Candreva e poco altro con la benzina ormai in riserva e Klose che sbaglia l'appuntamento con un'occasione colossale proprio nel periodo peggiore dei biancocelesti. Il tedesco sbaglia una volta non la seconda: minuto 37', assist di Mauri, diagonale chirurgico dell'attaccante che segna ma si fa male. Dentro Floccari per gli ultimi minuti e standing ovation per il centravanti. Il recupero è una sofferenza, la Lazio resiste e conquista una vittoria pesantissima.

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