Pistorius sfida un cavallo
Dovec'è Oscar Pistorius c'è sempre qualcosa che va al di là delle normali capacità umane. L'atleta, capace di correre senza gambe e di gareggiare ad alti livelli sia con i paralimpici che con i normodotati, ha deciso di lanciare una nuova sfida: correre contro un cavallo. Blade Runner, come viene soprannominato, è un amante degli animali, ma ama soprattutto le sfide: questa volta il guanto non viene lanciato contro chi due gambe le ha, ma contro chi ne ha addirittura quattro. Un'iniziativa che in parte fa sorridere, se non fosse che qualcuno sta già pensando al fatto che il tutto potrebbe sembrare un fenomeno da circo. Fatto sta che Pistorius è anche questo: l'uomo che si è battuto con tutte le proprie forze per gareggiare con i normodotati pur non avendo le gambe vuole continuare a stupire per far cambiare al mondo la percezione che si ha della disabilità. L'iniziativa rientra infatti nell'ambito di una campagna volta a creare spazi per persone disabili che è stata promossa in Qatar. Al momento della presentazione dell'originale competizione, il sudafricano che gareggia con le protesi in carbonio ha dichiarato: «Sono entusiasta: la disabilità è uno stato mentale, non una condizione fisica. Questa sarà una prima volta e aiuterà a rompere le barriere e cambiare la mentalità sulla disabilità. Lo sport non è solo prendere il meglio da ognuno, ma anche insegnare valori come il rispetto per gli altri, la disciplina e il senso di uguaglianza. Sono molto orgoglioso di far parte di questa campagna, che serve a diffondere un messaggio di uguaglianza». La sfida è quindi lanciata: mercoledì prossimo Pistorius dovrà vedersela con un purosangue arabo. Tra le tante critiche che sono arrivate all'iniziativa del sei volte campione paralimpico è arrivata anche quella del Segretario Generale del Coni Raffaele Pagnozzi: «Queste imprese non mi esaltano, non credo facciano bene al movimento olimpico e paralimpico». Oltre a criticare la scelta del sudafricano, Pagnozzi, ai microfoni della Rai, ha anche parlato della propria candidatura alla presidenza del Coni: «Le mie sensazioni sono quelle di una persona che se si candida perchè immagina di avere dei consensi. Vado avanti e cerco di non distogliere i miei pensieri dalle attività quotidiane; quando ci sarà l'ufficializzazione della candidatura mi asterrò dallo svolgere le funzioni di segretario generale». E la definizione dell'attuale presidente Gianni Petrucci, che lo ha chiamato "usato sicuro", conta poco: «A nessuno fa piacere essere definito "usato" ma se mettiamo "sicuro" la cosa non mi deprime». Pagnozzi, che dovrà vedersela con l'altro candidato Giovanni Malagò il 19 febbraio, giorno in cui sono fissate le elezioni, ha anche tessuto le lodi di Gianni Petrucci, affermando che la sua eredità «è pesante, è stato un grande presidente ma farò tesoro di quello che ho appreso lavorando con lui».