Giada Oricchio Aveva ragione Stramaccioni: l'Inter non sbaglia gli appuntamenti importanti.
DecisivoGuarin, un gol e un assist pesante. Poi Milito. In pratica, due tiri in porta, due gol. L'opposto per il Napoli. Bello e sfortunato. Tante opportunità e una sola rete rocambolesca. Con Cavani che sfata un altro tabù: primo gol all'Inter da quando è a Napoli, undicesimo gol in campionato. Chi stecca di nuovo alla Scala del calcio, è Hamsik. Lo slovacco è assente e finirà sostituito da Mesto (ha chiamato il cambio per infortunio). Dopo una settimana di pretattica, il tecnico nerazzurro rivela di aver scelto una formazione a specchio con una sorpresa. Cambiasso al centro della difesa tra Ranocchia e Juan Jesus. E Guarin, dal primo minuto, dietro Cassano e Milito. Scelte che hanno ripagato il giovane mister: il brasiliano di difesa è tra i migliori nel primo tempo, il colombiano è una spanna sopra tutti, l'uomo-partita. Una forza della natura dal grande futuro. Mazzarri si affida a chi gli dà più garanzie: Gamberini (che si becca subito una gomitata di Cassano sul setto nasale e sta fuori per 4 minuti ), Cannavaro e Britos, un argine contro cui sbatte con dolore Cassano. In avanti Cavani e Insigne con Pandev in panchina, ma pronto a dare un dispiacere alla sua ex squadra. Nei primi 45 minuti manca Hamsik, la sua intelligenza e la sua tecnica. E non gli dà le giuste geometrie Inler che gioca con sufficienza e imprecisione. La partita si mette subito nel modo migliore per l'Inter: gol da difendere in modo ordinato e ripartenze per arrotondare il risultato. L'1-0 è di Guarin (terza rete stagionale) che realizza su calcio d'angolo mirando sul secondo palo. Uno schema già messo in atto dai nerazzurri che aumenta il grado di colpevolezza dei difensori partenopei. Maggio si accorge che Guarin sta rientrando da centrocampo quando è troppo tardi. Il Napoli reagisce con personalità sfornando almeno quattro occasioni da gol. Illumina Insigne che al debutto a San Siro brilla più delle luci, magico nelle invenzioni. Ma la palla non vuole rotolare alle spalle di Handanovic: fuori i tentativi di Maggio (in fuorigioco), Cavani da due passi (fuorigioco chiamato in ritardo), e di Hamsik. A fare la partita è il Napoli non tradito da un favoloso Behrami che chiude su tutti sia a destra che a sinistra, tradito invece da Maggio con il motore ingolfato. È proprio dalla fascia presidiata da Superbike che matura il raddoppio. L'azione del raddoppio parte da un duello perso da Maggio sull'out di destra con Pereira. La palla arriva al solito Guarin e Milito piazza un fulminante diagonale rasoterra. Non segnava da cinque gare, da quando aveva espugnato, insieme ai compagni, lo Juventus Stadium. Sull'argentino non chiudono né Gamberini né Cannavaro. Nel secondo tempo Mazzarri leva l'acciaccato Gamberini per Pandev passando alla difesa a quattro con Maggio e Zuniga che si abbassano. Fuori pure Inler per Dzemaili. Il macedone ex Inter, da trequartista aggiunto in fase di possesso palla, manda in tilt gli avversari. Parte da destra e taglia al centro e propizia il gol che riapre i giochi. Un batti e ribatti in area davanti ad Handanovic che si arrende al tap-in del Matador che finalmente segna all'Inter (ci era riuscito una sola volta quando era al Palermo). Il Napoli prova ad approfittare ma il fallo di mano di Cambiasso su Pandev che poteva valere il rigore viene giudicato involontario. Dopo lo sbandamento l'Inter si ricompatta e Guarin si abbassa per dare manforte. Saltano gli schemi e tocca ai cuori forti Handanovic e, soprattutto De Sanctis in uscita coraggiosa su Nagatomo. Palacio (entrato per Cassano) al 42' sfiora il 3-1. Giudizio rimandato su chi sia la vera anti Juve, ma la sconfitta immeritata del Napoli fa pensare che, a corsa lunga, gli uomini di Mazzarri restino in vantaggio.