Poker al Toro. Il Milan è tornato
Eallora, a Palermo in una giornata tipicamente invernale, la Signora batte i padroni di casa 1-0 con gol di Lichtsteiner, servito da uno splendido colpo di tacco di Vucinic. La cronaca potrebbe anche terminare qui, anche perché non è che in campo sia successo chissà cosa. Primo tempo bloccatissimo, con palo esterno colpito proprio dal montenegrino e un gol mangiato da Matri: per il resto poco o nulla, visto che a Miccoli era stato annullato giustamente un gol per fuorigioco di partenza. Poi, nella ripresa, la Juve quasi dei bei tempi: un altro palo di Vucinic per cominciare, poi l'invenzione che ha spedito Lichtsteiner in gol e, da quel momento, una gestione tutto sommato tranquilla della gara. Il Palermo era poca cosa, rimaneva anche in dieci per il rosso a Morganella e un paio di calci piazzati nel finale non potevano spaventare più di tanto Buffon. Così, la giornata di Conte poteva dirsi perfetta: ritorno in campo a tutti gli effetti, balletto sotto la curva per festeggiare i tre punti, il solito segno della croce e via come al solito. Juve capolista e gli altri facciano quello che vogliono. Poi, finalmente, via davanti a taccuini e microfoni a spiegare che «era un dolore la mancanza del profumo dell'erba. Anche se lavori tutta la settimana, la partita ti regala sensazioni che poi mancano. Ho vissuto una vicenda formativa sotto tutti i punti di vista, ma la squadra ha risposto in maniera straordinaria: sono stati speciali tutti, i ragazzi, la società e forse anche io. Chi mi ha sostituito lo ha fatto molto bene, ma togliere un allenatore alla squadra è come sgonfiare le gomme a una macchina: se tutto questo fosse successo l'anno scorso, sarebbe stata una rovina. Adesso invece siamo primi in classifica e qualificati per gli ottavi di Champions». Trionfo, insomma. Con rimproveri annessi, però: «Dobbiamo essere più cinici. Fossimo stati raggiunti nel finale su calcio d'angolo, sarebbe stato assurdo e saremmo rimasti in ritiro a Palermo due giorni. Più che arrivare davanti al portiere e tirare, cosa dobbiamo fare?». Un gol in più, appunto. Nessun problema per Buffon in merito al rinnovo del contratto. «Il mio contratto? Per un discorso di motivazioni personali preferisco un contratto più breve ad uno lungo, che rischierebbe di farmi adagiare: c'è grandissima sintonia con la società e troveremo un accordo». Bonucci si è invece scusato per la simulazione che gli è costata il giallo: «Dovevo tirare, invece le idee mi hanno inceppato. Giusta l'ammonizione, brutto esempio. Mi serva da lezione. Per il resto gran vittoria».