Totti «Remiamo verso l'alto»
Difficileparlare di uno così senza cadere nella retorica, nel luogo comune: giallorosso ovviamente. C'è molto del capitano della Roma in questo primo squarcio di stagione, nella crescita di un gruppo che lo ha eletto, naturalmente, quale suo leader indiscusso. Le dichiarazioni di Baldini in quella fatidica intervista, sembravano aver scavato un solco tra Totti e la «sua» Roma. C'era il rischio, anzi la preoccupazione a inizio stagione, che potesse essere proprio lui l'anello debole della nuova era zemaniana: invece è diventato, a suo di gol e di partite da fenomeno, uno dei suoi punti di forza. Forse uno dei pochi insostituibili della chiassosa banda di Zeman. «Ti pare che Totti può giocare a trentasei anni da esterno con Zeman...?», era il tormentone del pre-campionato. Così è stato, anche se l'esterno è un ruolo che sta stretto al capitano della Roma unico autorizzato a giocare a tutto campo, libero di spaziare, portar via difensori e crear palle per la squadra e a metter i compagni in porta con un sol tocco. Insomma a fare il Totti. Con la doppietta di ieri il giocatore più prolifico della storia giallorossa si porta a quota 221 reti nella speciale classifica «all time» superando Meazza e portandosi ora a risosso di Nordhal. Il capitano racconta il suo che ha mandato la Roma all'intervallo sul 3-1: una botta da fuori finita in rete complice anche una disattenzione di Viviani. «Era la fine del primo tempo ed era l'ultimo tentativo. Come andava andava e alla fine è andata bene. Le critiche a Zeman? È normale che quando non ci sono i risultati si critica, ma adesso stiamo facendo quello che vuole il mister e risultati si vedono. Remiamo tutti dalla stessa parte. Quando si vince in questa maniera, a vincere è la Roma nella sua sostanza. Ora più che mai siamo un gruppo felice di poter giocare un calcio d'attacco sempre propositivo. La partita di stasera ci lascia addosso sensazioni vermente profonde, se andremo avanti uniti potremo toglierci le giuste soddisfazioni». A fine serata arriva il giusto plauso dei due allenatori. Montella, suo ex compagno di squadra nella fantastica Roma del terzo scudetto, si inchina di fronte all'amico che stavoltga gli ha giocato un brutto scherzo. «Purtroppo non mi ero sbagliato - dice con un ghigno l'ex Aeroplanino - è intramontabile, ha fatto una partita strepitosa... purtroppo per me». Zeman, uno in genere non propenso ai complimenti, dice poche parole ma chiare sulla sua considerazione di Totti. «Per noi è sempre un riferimento importante, ma sbaglia qualche palla facile. La squadra sa bene che quando lo cerca lo trova, poi ci pensa lui. Io come allenatore sono soddisfatto di quello che mi da e che da alla squadra, quando i ragazzi sono in difficoltà spesso si affidano a lui... e lui risolve. Voto? Non do voti, è importante per noi e spero possa continuare così: non mi sorprende, quei colpi li ha sempre avuti. A Roma è molto amato, vedo tanti giovani che vengono a Trigoria per avere un suo autografo o per farsi una foto». Insomma un tributo collettivo per un pezzo di storia del calcio della Capitale: un giocatore che non smette di stupire e che anche quest'anno è sempre o quasi il migliore in campo dei suoi. In questa chiave, la discussione sul suo «rinnovo» contrattuale, o meglio la modifica dell'accordo che lo vorrebbe manager a partire dal 2015, prende una consistenza diversa. Perché rinunciare a un giocatore come Totti se sta in queste condizioni? La discussione, o meglio la trattativa, è aperta.