Roma Zeman e la spina De Rossi
Zemansi presenta con un ritardo per lui inusuale in sala stampa e va subito dritto al punto: De Rossi. Chiuso un allenamento di rifinitura più lungo del solito, arriva preparato ad affrontare l'argomento chiave del momento. Non c'è Fiorentina, Montella o rincorsa Champions che tenga. Zeman deve parlare di De Rossi per specificare meglio quello che intendeva dire nell'intervista tanto discussa concessa al Tg1. Il boemo, seccato per le interpretazioni e nervoso come non mai, passa subito al contrattacco. «Montella ha detto che lo prenderebbe a Firenze? Non c'è da scherzare su questo argomento visto che voi - dice rivolto al cronista di Sky - invece di informare, disinformate. Mi dispiace quando non si dicono le parole che io pronuncio nell'intervista, anzi si aggiungono e si correggono. Ho visto un servizio allucinante». Siamo alle solite, insomma. Ma è la Roma tutta a vivere la situazione con estremo imbarazzo. De Rossi è stato rassicurato giovedì da Baldini e Sabatini, insieme hanno riascoltato l'intervista del boemo, poi è toccato al dg parlare con l'allenatore che non conferma. «Non ho bisogno - specifica Zeman - di chiarirmi con nessuno. Per me non è successo niente, non ho parlato né con De Rossi né con la società». Anche ieri Sdengo ha spiegato che i problemi di «ambientamento» del mediano sono dovuti al fatto che lui «è abituato a un centrocampo diverso. Ma è un giocatore importante e spero ci servirà. È un discorso solo tattico». Comunque un discorso delicato. Come quello sull'eventuale cessione di De Rossi. «Non conosco la quotazione di mercato. Difficilmente però si trovano dieci squadre che lo vogliono acquistare sia per problemi economici che di età». Una cosa è sicura: queste parole non contribuiscono a preservare il valore del capitale. E ora che succede? Il mediano di Ostia tornerà titolare stasera con la Fiorentina? La risposta è rimasta chiusa nella testa di Zeman: a sensazione dovrebbe essere positiva. «È a disposizione, la formazione la do il giorno della partita. La mia scala gerarchica non c'è, dipende dagli allenamenti, da quello che si è fatto prima e da quello che voglio fare dopo». C'è spazio anche per parlare della sfida con i viola. «Hanno tre punti più di noi, le statistiche - spiega il boemo - dicono che siamo sullo stesso livello sul piano del gioco. Stanno facendo molto bene come noi negli ultimi tempi. Partita della svolta? Quella che viene dopo è sempre decisiva. Vincere contro la Juventus o il Pescara è uguale per me, sempre tre punti sono. Poi è normale che battere una grande squadra dà soddisfazioni». Per la Roma sarebbe il quarto successo di fila che aprirebbe orizzonti interessanti. Al contrario, una battuta d'arresto cancellerebbe in un colpo l'ottimismo accumulato negli ultimi tre turni. «Spero che la Roma vista ultimamente rimanga la stessa fino in fondo. Dipende dalla voglia: non bisogna essere soddisfatti perché non si è fatto nulla finora». L'infermeria si è svuotata, ma i dubbi sono tanti. Su Stekelenburg il tecnico ricorda che «si è allenato per due settimane senza pallone. Non posso entrare nella sua testa però mi sembra stia bene. Lamela è a disposizione ma non è al 100%, Osvaldo ha ancora dolore e dipende se riesce a stringere i denti». La carne al fuoco è talmente tanta che a Zeman è passata la fame di attaccare la Juventus. «La condanna di Giraudo non mi fa effetto». Un colpo a salve.