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Il miracolo low cost

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Roma quarta con un budget limitato Datome esempio, Lawal la sorpresa

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Certo,dopo 10 partite giocate è presto per tirare un bilancio, ma i numeri nello sport non mentono e con 12 punti la squadra allenata da Calvani è oggi quarta assieme a Cantù e Bologna. Quanto basta per puntare, intanto, alle Final Eight di Coppa Italia. E pensare che il rischio scomparsa è stato scongiurato solo dalla infinita passione del presidente Claudio Toti. Cordate, nuovi sponsor e nuovi soci, se ne sono sentite di tutti i colori. La realtà è che alle 18.30 di un pomeriggio d'estate il patron si è trovato solo per decidere se staccare o meno la spina. Alla fine, con la garanzia che Acea avrebbe ancora affiancato i suoi sforzi, l'avventura è continuata, ma a condizioni precise. Taglio dei costi e voglia di puntare su giocatori giovani e motivati. In questo progetto sembrava non poterci essere spazio per Gigi Datome. L'ala sarda pareva destinata ad altri lidi e invece, quando il suo addio era a un passo, c'è stato l'incontro decisivo. Più che tra presidente e giocatore, un faccia a faccia tra un padre ed un figlio con un risultato eccellente: Datome ha accettato una sostanziosa riduzione dell'ingaggio e Toti di superare il tetto massimo stabilito per un contratto di un giocatore. Il gesto d'amore di Datome è stato la base su cui si è costruita la squadra. L'operazione è stata affidata ad un trentottenne di Forlì, Nicola Alberani, con alle spalle un passato da discreto giocatore, sostenuto da una passione innata per questo sport. «Fin da giovanissimo - ha raccontato Alberani - mi sono occupato di basket americano studiando giocatori di college, anche quelli più sconosciuti. E la passione s'è trasformata in lavoro». Con la benedizione di Maurizio Gherardini, oggi dirigente di Toronto che ne ha consigliato l'ingaggio, Alberani si è messo a costruire il gruppo che domenica si è tolto lo sfizio di fermare la corsa di Varese. Lo scetticismo che ha accompagnato l'arrivo dei primi sbarbati attori del rilancio è stato presto spazzato via dal rendimento dei singoli e dai successi della squadra. Jordan Taylor più che un rookie - esordiente nello slang del basket Usa - sembra oggi un navigato regista che conosce da anni il basket europeo. Czyz ha sorpreso tutti per la sua irruenza, Lorant per la sua praticità mentre Goss, Jones e l'italiano D'Ercole hanno portato esperienza e punti. Ma il giocatore che sta facendo innamorare il pubblico di Roma è Gani Lawal. Origini nigeriane e garretti d'acciaio per questo lungo nato e cresciuto negli Usa, che con la sua esplosività rende ogni giocata un pezzo d'autore. Vivono tutti, Alberani compreso con l'eccezione di Datome e della bandiera Tonolli, nello stesso residence i ragazzi della Virtus low cost. Porte aperte nei vari appartamenti, cene insieme, passeggiate culturali per la città quasi come una scolaresca. E coach Calvani se li coccola, li striglia e li fa volare con sapienza in campo. Godendosi il primo risultato: la gente è tornata ad innamorarsi della Virtus Roma.

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