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Vettel resta campione

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Inquesto, Alonso ha perfettamente ragione. Per i miracoli, si dovrà attrezzare. Le ultime 48 ore sono state un'altalena di emozioni e di colori per la Ferrari. Dal giallo al verde sperando nel rosso della squalifica per Vettel reo di aver superato in modo irregolare e quindi passibile di sanzione: «drive trough» o 20” in meno sul tempo di arrivo. Bye, bye terzo Mondiale? No. Per quanto amara sia la verità, il tedesco di Happenheim è e resterà tre volte campione. Nella cavalcata per riacciuffare il Mondiale, il neo iridato, finito ultimo, si era dovuto dare ai sorpassi. Quello su Vergne, alfiere della Toro Rosso, squadra satellite della Red Bull, era stato facile, facile. Ma è finito sotto la lente di ingrandimento perché sembrava effettuato in regime di «Yellow Flag» (indica una situazione di pericolo). Durante il GP del Brasile, i commissari non avevano sollevato alcun dubbio, nel post gara, il sospetto è montato come fosse panna. Anche perché il pepato tam tam dei video su youtube è partito dalla Spagna, paese non proprio neutrale visto che ha dato i natali ad Alonso. La Ferrari ama il rispetto delle norme (troppo se si considera che non sfrutta mai la zona grigia del regolamento e poco se si pensa all'autoretrocessione di Massa nel gran premio del Texas), e, nonostante le insistenze dell'asturiano a una delucidazione, si è mossa con i piedi di piombo. Consapevole dell' impatto che poteva avere una lamentela a freddo. Alla fine ha deciso: «La Ferrari ha chiesto, tramite una lettera, un chiarimento alla FIA in merito al sorpasso di VET su VER nel corso del giro 4 del GP Brasile» ha scritto la squadra italiana sul profilo Twitter ufficiale. La Fia ha risposto solerte, non ai diretti interessati, in realtà, ma ai mass media. Il primo a gettare acqua sul fuoco delle polemiche è stato Whiting, direttore di gara dei GP e delegato per la sicurezza della Fia: «Qualora i pannelli luminosi non coincidano con le postazioni dei commissari, per il pilota vale il primo segnale esposto. Per esempio, se c'è una bandiera gialla e più avanti anche il pannello illuminato, il divieto di sorpasso inizia dalla bandiera. Ovviamente vale anche in caso di luce verde». Spiegato il gioco ingannatore: «Per Vettel al 4° giro del GP del Brasile, fra l'ultima luce gialla e quella verde, c'era una bandiera verde sventolata sulla sinistra. Ha reagito a quella, perciò non ha commesso alcuna infrazione». In pratica, la segnalazione di chi si trova lungo il percorso prevale su quella del mezzo tecnico (il display della Red Bull dava ancora «caution period»). E qui ci sarebbe l'altro nodo da sciogliere: il pezzo di stoffa incriminato era giallo o verde? Le immagini non sono nitide. Per stroncare qualsiasi velleità, si è mosso in prima persona Ecclestone, il patron, colui che distribuisce i fondi. Ha mandato un messaggio forte a Maranello: «L'infrazione di Vettel? Una barzelletta! C'era la bandiera verde, non ci saranno provvedimenti». La Ferrari si «arrende» alla blindatura di Vettel. In fondo nel DNA della Scuderia emiliana c'è la vittoria vera, non sarebbe orgogliosa di un titolo vinto a tavolino.

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