Un derby che va oltre le tensioni fratricide
Tantiprotagonisti rivali durante la stagione e adesso alleati di fede incrollabile, Iniesta e Fabregas, ma anche Sergio Ramos e Xabi Alonso, blaugrana e blancos uniti nel comune intento di confermare la Spagna sulla vetta del mondo, anche se per ora il riferimento è al Vecchio Continente. Dall'altra parte, un idolo dei madridisti, quel Cristiano Ronaldo che cerca, attraverso un titolo europeo, le credenziali valide per scalzare dal trono Leo Messi, reuccio senza interferenze. Ma lasciamo perdere quel Pallone d'Oro che la quantità dei voti non basta a rendere attendibile, in relazione alla modesta qualità di moltissimi giurati. Basta un'occhiata all'Albo d'Oro per indurre allo scetticismo i meno superficiali, con l'inserimento di nomi improponibili. Ma stavolta Cristiano Ronaldo gioca per riportare in alto il suo Portogallo, che otto anni fa aveva vanificato la grandissima occasione di giocarsi l'Europeo in casa, beccandosi i marameo della Grecia. Sopravvissuti al girone della morte nonostante la sconfitta con la Germania e grazie al crollo in verticale dei tulipani appassiti, i portoghesi hanno doti tecniche utili a fronteggiare l'esasperato torello spagnolo: che ha la stessa funzione riservata nella corrida a picadores e banderilleros, trovare a gioco lungo rivali sfiancati dalle rincorse. La Spagna tenterà di isterilire la vena del rivale più temuto e fin troppo bene conosciuto, il pronostico è ancora dalla parte dei campioni in carica, ma si cammina sul filo di un sostanziale equilibrio. Lo stesso connotato si potrebbe attribuire all'altra senifinale, quella di domani sera, dove la tradizione pesa sensibilmente a favore dell'Italia, quando c'è in palio qualcosa di importante i tedeschi si sono puntualmente arresi. Basta ricordare la semifinale che è valsa una targa celebrativa sui muri dell'Azteca, ma anche quella che avrebbe lanciato gli azzurri alla finale di Berlino vinta sulla F rancia. Per non parlare della severa lezione impartita all'orgoglio teutonico al Santiagio Bernabeu, acclamata anche da Sandro Pertini. Stavolta i problemi per Prandelli sono acuiti da un'anomalia del regolamento, i nostri avversari avranno due giorni in più di riposo. Anomalia frutto delle imposizioni televisive che hanno prodotto un quarto di finale al giorno, invece dei due canonici, logico che qualcuno ci rimettesse, anche la Spagna è meno fresca rispetto ai cugini lusitani. Da verificare le condizioni dell'infermeria, a partire dalla sciatalgia di De Rossi.