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Simone Pieretti C'erano una volta gli inglesi, i maestri del football.

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Meritodi Cesare il conquistatore, capace di annientarli dal punto di vista del gioco. Sono serviti i rigori, la buona sorte ha aiutato gli audaci che avevano proposto calcio per più di due ore. «Abbiamo giocato una grande partita - afferma il cittì con la voce ancora carica di adrenalina - abbiamo meritato di vincere, avremmo meritato di vincere già nei novanta minuti. Non siamo stati bravi, di più. Abbiamo avuto pazienza, abbiamo sempre cercato di giocare a calcio. I rigori? È sempre una questione di bravura e fortuna». Prandelli parla, mentre i suoi ragazzi festeggiano insieme ai tremila tifosi italiani arrivati fino a Kiev per sventolare con orgoglio il tricolore. «Abbiamo giocato una partita di carattere, abbiamo sempre messo in campo un'idea di calcio propositiva contro una squadra difficile da affrontare. Siamo stati bravi a non farli mai ripartire. Questo è il calcio del futuro, come qualità non siamo inferiori a nessuno». Ora la Germania, in semifinale, come al Mondiale del 2006: i tedeschi hanno voglia di rivincita. «Godiamoci per dieci minuti questa vittoria - afferma Prandelli - poi inizieremo a pensare alla prossima partita. Loro sono favoriti, hanno avuto due giorni in più di riposo rispetto a noi, che tra l'altro abbiamo nelle gambe centoventi minuti». Una serata fantastica che per Montolivo poteva essere un incubo dopo l'errore dal dischetto. «È stato terribile, ti crolla il mondo addosso». Il viola può analizzare con un sorriso il suo errore al dischetto che, al termine dei rigori, non ha influito sull'esito del match con l'Inghilterra. «Si può sbagliare, certo - spiega il centrocampista da poco approdato al Milan - ma in quel momento è stata dura. Poi, per fortuna, ci sono state le parate di Buffon e la traversa di Young. Dopo il mio errore tutti i ragazzi sono stati solidali ed eravamo fiduciosi: avevamo fatto una grande partita e non meritavamo di uscire». Dopo tanto tempo, Montolivo è tornato a giocare una partita intera, con l'appendice dei supplementari: «Centoventi minuti sono tanti ma non conta l'io, bensì la squadra. E questa Nazionale fa inorgoglire gli italiani». La festa è durata tutta la notte.

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