Quando la fortuna aiuta gli audaci
Ungiorno perfetto, in cui ogni ciambella ti riesce col buco e in cui, soprattutto, quando proprio non ci puoi arrivare da solo, a fare il buco nella ciambella al posto tuo provvede la dea più amata dagli antichi romani: la vergine alata, la Fortuna. Personalmente non ricordo, nell'arco di un singolo gp, una cascata di eventi favorevoli come quella piovuta ieri dalla cornucopia della vergine alata fin nell'abitacolo della rossa numero 5. Ma allo stesso tempo sono convinto che tanta abbondanza Alonso e la Ferrari se la siano strameritata. Il pilota se l'è meritata compiendo una corsa capolavoro, perfetta per il mix di coraggio, di tecnica, di intelligenza e di tempismo che a furia di sorpassi gli ha consentito di trovarsi sempre al posto giusto per raccogliere i frutti della cornucopia. La Scuderia se l'è meritata per come ha saputo rimediare agli errori di inizio campionato, consegnando al suo pilota una macchina che magari non sarà la migliore ma che riesce a sostenerne il talento con prestazioni in crescita e con una certa adattabilità. Anche se il traguardo finale è ancora molto lontano (una volta e mezzo il numero di gare disputate), a questo punto si può cominciare a credere che Alonso possa davvero riportare il titolo a Maranello dopo cinque anni di digiuno. Fernando è in testa al Mondiale Piloti ed è l'unico, per ora, ad aver vinto due gran premi. La Fortuna è stata decisiva anche nell'altro suo inattesissimo trionfo, quello sotto il diluvio in Malesia, e tuttavia sarebbe da ciechi non vedere che Alonso e la Ferrari, almeno in gara, sono sempre presenti. Un po' più avanti o un po' più indietro, ma presenti. Mentre gli altri team procedono a singhiozzo, oggi fenomeni e domani somari. La mia personale impressione è che sapere di non guidare la macchina migliore, e dunque partire sempre sfavorito, stia contribuendo a rendere questo 2012 la più bella stagione di Alonso, motivandolo e dandogli una carica speciale. Basta ripercorrere sinteticamente la carriera dello spagnolo per accorgersi che gran parte degli errori in cui è incappato – errori rovinosi, come quelli del 2007 al volante della McLaren o quello che nel 2010 gli è costato il titolo all'ultima gara – sono stati commessi nei momenti in cui aveva, per dirla in gergo tennistico, il match-point sulla racchetta. Per cui ben venga questa condizione di semi-inferiorità tecnica della Ferrari: è grazie al fatto di non aver nulla da perdere che Alonso – per restare al paragone tennistico – lascia andare il braccio e tira tutto, impallinando i suoi avversari. I problemi potrebbero però cominciare quando la fine del Mondiale sarà vicina, ed è per questo che tutti noi ferraristi ci auguriamo che – un po' per la somaraggine altrui, un po' per la bravura nostra e un po' per l'intervento della vergine alata – questo bislacco campionato continui a proporci sorprese strappacuore come quella di ieri. PS: Ma non vi suggerisce niente il fatto che il gp d'Europa (e sottolineo Europa) sia stato vinto da una macchina italiana guidata da uno spagnolo ai danni di una macchina austro-francese guidata da un tedesco? Forza, Presidente Monti: provi a imparare da Alonso come si fa...