Giada Oricchio A.
ApoteosiAlonso. Il nuovo emozionante capolavoro di Alonso consegna nelle mani della Ferrari la seconda vittoria stagionale, quella del GP d'Europa. È lui il primo a fare il bis in questo stranissimo campionato e lo fa con una corsa epica: da 11° a 1°. Solo 22 volte in tutta la storia della Formula 1 era accaduto che un pilota vincesse partendo oltre la decima posizione. Facile immaginare cosa farebbe il talento di Oviedo se avesse una macchina competitiva sul serio e da subito. Speriamo di saperlo l'anno prossimo. Intanto godiamoci questo incredibile, sorprendente trionfo e le umanissime lacrime di gioia e di tensione dell'alfiere rosso. A Valencia, circuito semicittadino, dove si diceva è impossibile sorpassare (non certo ieri), i primi quattro piloti sono scattati dall'11° piazza in poi: Alonso, Raikkonen, Schumacher e Webber (da 19° a 4°!) e il podio è tutto Ferrari se ci si diletta a considera il passato del finlandese e del tedesco. A proposito del Kaiser, chapeau! Riconquista un «bronzo» a 43 anni e al termine di 57 giri di sofferenza per l'elevata usura delle gomme (ha fatto persino da «tappo» a chi era dietro partendo con le medie). Una tempra che lo eguaglia a Brabham. La linea sottile che separa il successo dal fallimento è in tre cartoline spedite dal circuito di Valencia dove la Safety car è stata attrice non protagonista. La prima immagine è il lancio stizzito di un guanto da parte di Vettel costretto al ritiro per un problema improvviso, non rivelato dal team, dopo la ripartenza (34° giro) della Safety car, intervenuta per l'incidente tra Vergne e Kovalainen. Fino ad allora la Red Bull aveva fatto gara a sé scavando un abisso di secondi con gli avversari soprattutto nel secondo settore del circuito dove occorre trazione. La monoposto di Newey sembra di un altro pianeta, come l'anno scorso. Il merito è nella nuova disposizione «affogata» degli scarichi e nel fondo scocca che presenta due condotti (uno per lato) in grado di creare un doppio effetto diffusore. Attenzione, dunque, a non pensare che i giochi siano più o meno fatti. La seconda fotografia è il volante scagliato con rabbia da Hamilton al momento del k.o. Mentre Button si arrabatta per portare la macchina in fondo, ottavo pur non avendo trovato la configurazione giusta, l'inglese tiene la seconda posizione. Dopo dieci giri, però, Grosjean infila alla grande all'esterno e senza alcun timore reverenziale il mastino della pista (Hamilton è il meno superato), poi la safety car. In McLaren intuiscono che devono approfittare della macchina d'emergenza per fermarsi e provare a scavalcare qualcuno, ma fanno filotto: otto gare, otto disastri. Si fanno ridere dietro da tutto il mondo con un cambio «fantozziano»: macchina che scivola dal cavalletto, una ruota entra, anzi no, l'altra nemmeno. Tempi biblici. Ci mancava il caffè. Al pasticcio, Hamilton aggiunge la sua firma. In crisi di gomme negli ultimi tre giri, cede di malavoglia la seconda piazza a Raikkonen, ma resiste con (ammirevole) caparbietà e stupidità a Maldonado. Chiude troppo la traiettoria in curva e il pilota della Williams non può far altro che «sollevarlo» nella fiancata e spedirlo a muro. È la prima volta dall'inizio del Mondiale che non va a punti. Dulcis in fundo la terza e più importante istantanea, quella di Alonso. Che gara, che piede! Tre posizioni guadagnate allo start, sorpassi spettacolari, sempre all'esterno, su Hulkenberg, Webber, Senna, Schumi, Di Resta e uno da antologia su Grosjean al rientro della vettura d'emergenza. Boati dei tifosi a ogni tornata. È questa prova di forza e di testa, unita alla «macumba» verso i rivali (aveva detto di sperare in qualche colpo di scena o ritiro) che catapulta l'uomo del Cavallino sul gradino più alto del podio e di nuovo in cima alla classifica piloti. Non è mancata la fortuna: lo spagnolo ha fermato la macchina in pista per un problema. Appena dopo la bandiera a scacchi. Niente poteva rovinare l'Alonso day. E Massa? Parte bene, ma viene risucchiato dal solito buco nero. Si è rotto un pezzo sulla sua F2012, non vogliamo nemmeno sapere quale. Basta che non ci vengano ancora a raccontare che è un fenomeno. Un vero peccato l'uscita di scena di Grosjean al 41° giro quando era terzo. Lotus ammutolita causa alternatore, batteria a zero e tanti saluti. È in ascesa e si rifarà.