di Gianfranco Giubilo Ricchi e poveri.
AllaGrecia, la Germania qualche concessione l'accorda, dagli errori in area avversaria alle leggerezze difensive allarmanti, come quella che ha aperto un'autostrada a Salpingidis per l'assist a Samaras, e ha acceso per pochi minuti la speranza nei tifosi greci. Ha rischiato di pagare qualche peccato di presunzione, la Germania, tenendo a riposo Gomez, Muller e Podolski. C'è voluto un altro capitano, Lahm, come Cristiano Ronaldo il giorno prima, per demolire il bunker greco, poi dopo il pari i tedeschi si sono svegliati, capolavoro di Khedira, poi Miro Klose e Reus a dare al punteggio dimensioni forse eccessive, ma in fondo testimoni della differenza di valori tra le due rivali. I greci lasciano a testa alta, hanno fatto perfino troppo in relazione al credito che la vigilia accordava ai campioni inattesi di otto anni fa in Portogallo. Ora riflettori accesi su una serata di gala, sul quarto di finale dal più alto tasso di nobiltà, Spagna regina del pianeta contro una Francia dalle ritrovate ambizioni. Serie di risultati esaltanti, dopo la rivoluzione provocata dal Mondiale sudafricano, teste rotolanti come nei tempi bui del Terrore. Segni di risveglio, ambizioni ritrovate, fino al clamoroso passo falso contro Ibra e la sua Svezia, già fuori. E la ricomparsa dei fantasmi, spogliatoio bollente, scontri non soltanto verbali, nonostante Blanc possa vantare, rispetto a Domenech, eleganza e civiltà nettamente superiosi rispetto al predecessore, che avrebbe vinto qualsiasi mondiale dell'antipatia. Forse gli spagnoli hanno dato qualche segnale di flessione, stenti con gli italiani e poi con i croati, ma restano sempre i grandi favoriti di questo Europeo anche se, nello specifico contesto, i francesi possono esibire un bilancio nettamente più positivo sugli avversari. Alti livelli di talento in campo: da Iniesta eroe dei fumetti giapponesi alle frecce dell'attacco transalpino. Blanc spera, insomma, che il «bleu» stavolta sia quello delle maglie trionfatrici, non quello dei lividi. Domani sarà l'Italia a chiudere il ciclo, meno male che si avvicina il giudizio del campo, francamente si avverte una certa stanchezza nei confronti della martellante contrapposizione tra Balotelli e Rooney, uno geniale e talvolta fuori di testa, ma neanche l'altro un modello nei comportamenti, l'auspicio è per un antagonismo leale. Prandelli riproporrà la linea difensiva a quattro, centrocampo per De Rossi.