Prandelli Italia avanti così
Il ct promuove gli azzurri: «Possiamo competere contro chiunque» Sugli inglesi: hanno giocatori che non lasciano nulla all'avversario
Citocca la l'Inghilterra (domenica a Kiev ore 20.45) e poco importa a Prandelli che da qui in avanti non farà più calcoli e affronterà tutte le partite come fossero una finale. «L'Inghilterra sta trovando equilibrio, caratterialmente sono giocatori che non lasciano nemmeno una rimessa laterale e finalmente mi pare abbiamo trovato anche fantasia», è il commento secco del ct al «sorteggio» piovuto sull'Italia dall'ultima gara del Gruppo D. Ci tocca quella vecchia volpe di Hodgson, il talento di Rooney, l'esperienza di Lampard, i centimetri diCarro, il dinamismo e la «tigna» inglese: brutta roba. Ma la strada per sognare è ancora lunga e per arrivare in fondo l'Italia dovrà cambiare registro, tornare ad essere quella bella e brillante vista (seppur a tratti) nella fase di qualificazione. Prandelli è convinto di essere sulla buona strada. «È un'Italia che fa innamorare e anche per questo già merita un bel 7: venti milioni di telespettatori, che bella cosa, molti giovani». Anche se è lui stesso poi ad ammettere che quella contro l'Irlanda è stata probabilmente l'Italia meno bella vista finora in questo Europeo. «Sì, per 23 minuti, però anche qui con determinazione cercava situazioni che poi hanno permesso di mettere in difficoltà l'Irlanda. Ho visto la mentalità giusta di una squadra che arriva in area con 4-5 giocatori». Il ct crede quindi nella «sua» Italia e con un rinnovo per altri due anni di fatto già in tasca (Abete docet), punta in alto e sfida le altre pretendenti al titolo continentale. «Abbiamo i numeri della grande squadra, se lavoriamo bene possiamo essere competitivi con chiunque. E comunque sappiate che questa è stata è e sarà sempre la mia Italia: che poi a me piaccia confrontarmi con i giocatori è un altro discorso». E proprio in tema di confronti non poteva non toccare il tasto Balotelli: uno che gli inglesi conoscono bene. La scena di Bonucci che gli tappa la bocca dopo il gol del 2-0 contro l'Irlanda ha fatto li giro del mondo e più di qualcuno ha pensato, a caldo, che potesse avercela proprio con il ct. «Innanzitutto - prosegue - mi è parso bello il gesto di Bonucci che gli ha tappato la bocca: anche quello è spirito di squadra, è una forma di protezione. E comunque io ho avuto coraggio a mettere dentro Balotelli: un coraggio calcolato, visto che i giocatori con orgoglio danno il meglio in situazioni di difficoltà. Ho parlato con lui e mi ha detto che non ce l'aveva con me, ma con la critica». È stato questo il tema del confronto tra i due prima dell'allenamento di ieri: pochi minuti, da soli, al centro del campo. «Il problema di Balotelli - continua il tecnico sul suo attaccante - è che ha giocato 23 minuti e oggi si parla solo di lui. Ha fatto quello che gli abbiamo chiesto, di giocare tra i due centrali, di interrompere la loro azione e dare peso offensivo. E lo ha fatto bene. Non regala sorrisi, non esulta? Le emozioni devono essere spontanee, non si preparano. Non è un corpo estraneo lui è così: non per questo è lontano dal gruppo. Dipende da momento e umore: fondamentalmente è un ragazzo d'oro, vive situazioni di disagio ma deve fare il salto di qualità. Ci sono situazioni da accettare per diventare campioni: deve accettare critiche, panchina e resto della squadra che chiede di più. Il giorno in cui si renderà conto che nessuno gli vuole del male allora avremo un campione». Di quelli che Prandelli si trova già in squadra: come De Rossi definito «giocatore universale, il migliore nelle 3 gare». Ma resta il gruppo l'arma vincente di questa Italia secondo il ct che adesso inizia a ritrovarsi in questa nazionale. «Tutti offrono agli altri il loro cento per cento e finora hanno affrontato alla prima gara la squadra più forte ultimi anni, un gruppo che vincerà ancora molto, giocando bene. Poi nel secondo match hanno giocato 60 minuti di ottimo calcio. Nella terza partita, contro una squadra che non aveva nulla da perdere, è stato normale poter soffrire: però abbiamo dato un segnale forte». È già qualcosa, ma per andare avanti d'ora in poi servirà altro perché... l'Italia aspetta l'Italia.