Prandelli
Il cuore oltre il biscotto Stasera a Poznan l'Italia si gioca tutto contro l'Irlanda del Trap Per andare ai quarti dell'Europeo serve vincere ma può non bastare
Finitele prove d'appello stasera a Poznan l'Italia si ritrova di fronte a un partita che può solo vincere se vuole continuare il suo cammino all'Europeo. E forse proprio per questo il ct Prandelli gioca a nascondersi sulla formazione che manderà in campo, ma soprattutto continua a girare largo sul discorso «biscotto» che ha tenuto banco fin troppo nelle ultime ore. «Tre giorni fa dissi che dipende tutto da noi - attacca il ct - dovevamo preparare la partita pensando solo al nostro risultato. Siamo concentrati per vincere la partita, altri parlano del biscotto a noi non disturba. Ripeto - aggiunge - è inconcepibile che la Spagna, che ha basato tutto il suo gioco sullo spettacolo, possa pensare di programmare il risultato di una partita. Noi comunque dobbiamo pensare alla nostra partita e sono convinto che abbiamo qualità e mezzi per vincere». Il ct vuole quindi che la «sua» Italia pensi sono all'Irlanda e poco importa cosa succederà a Danzica tra Spagna e Croazia perché alla fine «se dovesse andar male ci si prenderà le proprie responsabilità e si faranno poi le riflessioni del caso. Sarebbe un fallimento? Pensiamo positivo, è una domanda prematura, andando troppo avanti si rischia di scivolare» risponde il ct facendo le corna. Gli chiedono cosa farà il giorno dopo la fine dell'Europeo, replica con ottimismo: «Vediamoci alla finale». Prandelli non fatica poi a definire quella di stasera «la partita più importante della carriera» e proprio per questo conta poco in che modo, dal punto di vista tattico, l'Italia andrà in campo contro l'Irlanda: «Per me stavolta non sarà importante il modulo, ma il cuore: quello dovremmo mettercelo tutti. Ho ancora negli occhi la partita con la Croazia: per sessanta minuti abbiamo giocato un buon calcio e non mi sembra di vedere squadre che costruiscono sette o otto palle gol. La fortuna? Te la devi andare a cercare». Per farlo avrà di nuovo a disposizione Balotelli che sembra aver smaltito il problema al ginocchio. Ma il ct fa muro sul suo utilizzo come su quello di De Rossi in una difesa che non ha ancora deciso (o l'ha fatto senza farlo capire agli altri) se sarà a quattro o a tre. «Una squadra come la nostra - spiega - deve assolutamente poter cambiare durante la partita e tra una gara e l'altra. Mi piace il confronto tecnico, ho detto che per come vedo io la difesa a tre De Rossi è uno di quel reparto. Se Daniele viene a centrocampo, si strutturerà la squadra per potere dare agli attaccanti i giusti tempi per la profondità». Per Prandelli la partita della vita ha anche un sapore amarcord contro uno di quelli che è stato, nel corso della carriera, uno dei suoi maestri: Giovanni Trapattoni. Ci scherza sopra il ct azzurro, poco prima ha duettato nel corridoio proprio con il Trap che lo ha allenato ai tempi della Juve ed è stato sulla panchina azzurra prima di lui subendo ai suoi danni il biscotto di Danimarca-Svezia. «Mi ha detto che è stanco di difendermi - racconta ai cronisti - di parlare dei miei problemi e che ne ha anche lui tanti, ma è sempre un'emozione abbracciare lui e Marco Tardelli. Magari trovassimo sempre questo clima prima di una partita così importante». Ma quello che conta stavolta è il clima che questa partita susciterà dopo i novanta minuti : lì non ci sarà più tempo per chiamate d'appello o correttivi in corsa... sarà dentro o fuori!