«Ce la giochiamo»
MatteoDe Santis Su una cosa sono tutti d'accordo: gli italiani non vogliono sentire parlare di «biscotto», gli spagnoli di «galleta» e i croati di «biskvit». Anche perché da quattro giorni non si parla d'altro. Sarà per questo che Slaven Bilic, all'ennesima domanda sull'eventualità di un inciucio croato-spagnolo alle spalle dell'Italietta, risponde per le rime e prendendo in giro gli interlocutori. «Ho già detto - dichiara tra il serio e il faceto il ct croato - che siamo uomini di sport, padri di famiglia, cattolici e dobbiamo essere onesti fino in fondo. Gli italiani stiano tranquilli e abbiano fiducia in noi, certi ragionamenti neanche ci passano per l'anticamera del cervello. Un 2-2 è un risultato normale e possibile, non è strano come un 7-7, ma non ci presteremo affatto a giochetti di questo tipo. Mi sono stancato di parlare di simili cose». L'allenatore con un passato da metallaro preferisce parlare di altro. Dell'appuntamento odierno, «la partità più importante per questa generazione di giocatori croati», ad esempio. «Giochiamo sempre al meglio - se la sghignazza Bilic - quando affrontiamo grandi squadre. Dobbiamo essere fiduciosi, determinati, solidi, compatti e cercare di tenere il più possibile il pallone». Anche tutti i messaggi provenienti dall'accampamento spagnolo, per il sospettoso osservatorio italiano, sono rassicuranti. Ma sono anche arrivati con un pizzico di rabbia in più del previsto. Tutto merito o colpa, a seconda dei punti di vista, di Marcello Lippi. «Bisognerebbe chiedere al Villarreal - ha detto, dalla Cina, il ct campione del mondo del 2006 - dell'onorabilità del calcio spagnolo. Quello che so io è che Rayo Vallecano e Granada, all'ultima giornata di campionato, sono arrivate al risultato che era comodo a entrambe per non retrocedere». Dichiarazioni che sono rimbalzate a Danzica pochi minuti prima della conferenza stampa della vigilia e che non hanno certo fatto piacere agli spagnoli. «Parlare di un 2-2 volontario è una mancanza di rispetto per noi e per la Croazia. Non bisogna dubitare dei professionisti », strilla Fernando Torres. Gli fa eco Vicente Del Bosque, fresco di rinnovo fino al 2014 annunciato ieri e preoccupato per i cinque diffidati della Spagna. «Credo assolutamente nello sport pulito - assicura il tecnico e gentiluomo spagnolo - e non capisco come si possa concordare un risultato. La Croazia la pensa come noi, siamo ad una festa del calcio e dobbiamo dare un esempio di sportività. Sarà una gara complicata, in cui non possiamo permetterci di speculare con il risultato». Niente biscotti, a parole. Per una conferma con i fatti è sempre meglio aspettare stasera.