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Matteo De Santis Se anche stavolta arriverà il lieto fine, il paragone con i «cinepanettoni» scatterebbe in automatico.

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Itifosi abboccano, prima ci restano male, poi fanno appelli alla clemenza presidenziale, alla fine ringraziano e tutti sono felici e contenti. Il successo al botteghino, inteso come partecipazione popolare, spazio su giornali, tv, siti internet, è sempre assicurato. Il Milan, dopo i successi del «no» ai mitologici quasi 120 milioni del Manchester City per Kakà (finito poi al Real Madrid sei mesi più tardi per 64,5 milioni) di tre anni e mezzo fa e ai 35 del Psg per Pato dello scorso gennaio, sta lavorando al remake con Thiago Silva. La storia di per sé non è molto differente dagli episodi precedenti: arriva un'offerta indecente al club (42 milioni cash più 5-7 variabili in base ai bonus) e al giocatore (quinquennale da 7,5 di partenza più ricchi premi e cotillon che porterebbero tutto il cucuzzaro tra i 9 e i 10), Galliani va a trattare, Berlusconi in un primo momento sembra alzare bandiera bianca («Non riesco a non venderlo, i conti vanno male e mi danno 46 milioni», le parole del presidente rossonero riportate dalla stampa francese), giocatori che brontolano, tifosi in subbuglio e poi si blocca tutto. Il contrattempo, intoppo o rallentamento è arrivato, puntualissimo, anche stavolta. Dopo una notte di pensieri, di riflessioni, di appelli dei tifosi e di Milan Channel, di tentativi della figlia Barbara di far cambiare idea al papà, di mal di pancia pubblici e mugugni privati dei vari Cassano, Ibrahimovic, Boateng, dell'amicone Pato e forse anche di Allegri, il contrordine. Parziale, per il momento. Galliani saluta Leonardo, sale sul primo aereo da Parigi e atterra a Linate. L'offerta indecente verrà valutata in persona da Silvio Berlusconi. Ormai, più che una normale questione di calciomercato, l'intera vicenda è un affare di famiglia diventato di dominio pubblico: se il papà presidente dirà sì farà contenta Marina (forse anche Piersilvio), la Fininvest e chi auspica austerity dicendo che non vale più la pena spendere tanti soldi per il giocattolo Milan; se dirà no a sorridere sarà Barbara, sfavorevolissima all'operazione. «La trattativa è ancora aperta, ma questa situazione non durerà a lungo. Ci sono molte cose da mettere a posto e potremmo anche rinunciare all'acquisto di Thiago Silva», ha detto nel pomeriggio Leonardo da Parigi. Bluff o tentativo di far capire ai tifosi parigini che l'attimo fuggente per prendere Thiago Silva è passato una volta per tutte? L'ultima e decisiva parola spetterà nella prossime ore a Silvio Berlusconi. «Il presidente ha intenzione di resistere all'offerta del Psg», ha anticipato ieri notte Galliani. Un qualcosa di molto simile al no per Kakà, annunciato in diretta televisiva ad un raggiante Biscardi, e con il no per Pato, comunicato telefonicamente a Galliani nel bel mezzo di un pranzo londinese con gli agenti di Tevez. Sarà così pure stavolta? Le sceneggiature delle tre storie in questione, in fondo, già si assomigliano parecchio e le ultime parole di Galliani non fanno che confermarlo. Domandina finale: sarebbe andata così anche se l'offertona fosse stata per Ibrahimovic?

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