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di Giancarlo Baccini Da ieri abbiamo tutti - e quando dico «tutti» mi riferisco a noi italiani in quanto cittadini dell'Europa Unita - qualche motivo in più per tifare la Ferrari nel Mondiale di F1.

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Selo spagnolo Alonso - che è un altro dei principali beneficiari del «salvataggio» - si decidesse finalmente a vincere qualcosa al volante della rossa, infatti, da un lato ci ripagherebbe almeno gonfiandoci di orgoglio nazionalistico e dall'altro darebbe un minimo di senso a quello che altrimenti apparrebbe soltanto un intollerabile trasferimento di ricchezza dalle tasche dei poveri a quelle dei ricchi. Questa onerosa novità è resa ancor più sgradevole dall'annuncio che dall'anno prossimo noi appassionati saremo chiamati a finanziare la Ferrari e la F1 anche in modo molto più diretto. Oltre al canone Rai, infatti, gli italiani che vorranno continuare a seguire il Mondiale in televisione dovranno pagarsi un sostanzioso abbonamento alla pay tv SKY, che se ne è assicurata i diritti per 3 anni pagando la bellezza di 50 milioni l'anno. Una somma che - tolta la bella fetta che spetterà al venditore Ecclestone - finirà appunto ai Costruttori delle monoposto più veloci del mondo.SKY recupererà parte dei soldi investiti girando alla Rai 9 dei 20 Gp previsti nel 2013, anche in ottemperanza alla legge italiana che garantisce la visibilità televisiva in chiaro degli eventi sportivi più importanti. Ma noi che le corse vogliamo vedercele tutte dovremo obbligatoriamente sobbarcarci anche questa nuova tassa che, badate bene, non ci garantirà neppure quello spettacolo extra che SKY ci diede nel suo primo tentativo di monetizzare la F1 (ricordate? Agli albori della tv digitale la pay di Murdoch ci offriva i Gp vissuti dal di dentro, con sei canali a mostrarci tutto, ma proprio tutto). Allora Ecclestone aveva pensato di raddoppiare gli introiti tv creando due prodotti, uno cheap per le tv in chiaro e uno supersofisticato per le pay, ma visto che nessuno (a parte me e pochi altri) si rivelò così scemo da pagare qualcosa che poteva avere gratis ecco adesso l'obbligo di comprare il biglietto, con l'estensione progressiva a tutti i mercati del modello fifty-fifty già sperimentato in Inghilterra, dove a dividersi i gran premi sono SKY e BBC. Intendiamoci: sforzandoci di vedere la parte piena di questo bicchiere quasi vuoto, la nostra trasformazione coatta in azionisti-finanziatori della F1 ha anche un aspetto positivo. La prossima volta che chiederemo alla Ferrari di risparmiare i 14 milioni di euro - anche nostri - che inspiegabilmente versa ogni anno a Massa, a Maranello non potranno più far finta di non sentire...

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