Euro 2012 Italia con rabbia
Questasera alla PGE Arena di Danzica, alle 18, gli Azzurri di Prandelli faranno il loro esordio sfidando i campioni d'Europa in carica della Spagna. Quattro anni fa il nostro torneo finì proprio contro le Furie Rosse, ai rigori. Di lì in avanti - per loro - fu una cavalcata trionfale. Nel contempo gli spagnoli hanno vinto anche un Mondiale. La selezione di Del Bosque è l'avversario da battere, nonostante le voci di una spaccatura interna tra madridisti e catalani che minerebbe lo spogliatoio ispanico. Gli Azzurri arrivano all'appuntamento tra lo scetticismo generale: la missione odierna - come avvenuto già in passato - è quella di restituire al calcio italiano quella dignità sottratta dalle inchieste giudiziarie. Vincere per superare Scommessopoli, prim'ancora di battere gli avversari. «Dobbiamo sconfiggere il pessimismo, anche se non ci infastidisce. Anzi ci stimola». Prandelli appare sereno, evita di annunciare la formazione che scenderà in campo questa sera per non concedere alcun vantaggio all'avversario, già battuto in amichevole lo scorso anno. «Rimane poco di quella partita - afferma il ct - il calcio è veloce, brucia tutto. Quando giochiamo a calcio siamo competitivi, anche contro la Spagna. Loro sono la formazione da battere, in questi quattro anni hanno dimostrato valore e continuità di rendimento: giocano sempre alla stessa maniera, sono organizzati, interpretano al meglio questo gioco. Sono fiducioso, avverto sensazioni buone. Mi sento felice come un bambino che ha fatto tutti i compiti». Gli italiani si augurano che il ct possa essere un buon profeta. Prandelli ha cambiato pelle alla sua squadra, cercando soluzioni in extremis che potrebbero anche regalare sorprese positive. Di certo, l'avversario odierno ha un impianto di gioco più collaudato, equilibri ben solidi e un tasso tecnico elevatissimo. «La Spagna ha un modo diverso di intendere il calcio rispetto al nostro. Noi possiamo arrivare ai loro livelli attraverso il gioco, ma loro, quando giocano, rispetto a noi riescono a esprimere maggiore felicità». L'importante sarà essere felici al fischio finale. Partire con il piede giusto sarebbe fondamentale, per non trovarsi immediatamente nella situazione di dover poi affrontare due spareggi in altrettante partite contro Irlanda e Croazia. Il tecnico azzurro torna sulla partita, raccomandando ai suoi ragazzi di tenere l'avversario lontano dalla porta di Buffon. «Non dovremo difendere vicino alla nostra area - continua il ct - in fase offensiva dovremo attaccare almeno con cinque uomini. Siamo pronti, nessuno dei miei ragazzi in questo momento firmerebbe per un pareggio». Non firmerebbe neanche il capitano azzurro Buffon, che spavaldamente porta avanti la causa nazionale. «Nel calcio quasi sempre vincono i più forti - afferma il portiere- e la Spagna lo è. Ma qualche volta vincono i più bravi, e allora questo ci potrebbe lasciare qualche speranza. In tutte le competizioni che si rispettino ci sono le favorite, ma non sempre vincono. La Grecia nel 2004 è stata più brava di squadre che le erano superiori. E lo stesso discorso lo possiamo fare per la Danimarca rispetto al torneo del 1992. Noi siamo qui all'Europeo per stupire - afferma il portiere - abbiamo dentro di noi una grande determinazione. Il nostro precedente all'Europeo con la Spagna brucia ancora, oggi dentro noi c'è la consapevolezza e la convinzione di potere far bene. I tifosi italiani saranno sempre e comunque dalla nostra parte - conclude Buffon - volenti o nolenti rappresentiamo un paese intero, un paese che dal punto di vista calcistico non sta attraversando periodo facile: vogliamo renderli orgogliosi».