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Sara ai piedi della Regina

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Al Roland Garros Sharapova troppo forte per la Errani Oggi finale maschile tra i primi due al mondo: Djokovic e Nadal

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Perora, ma in futuro chissà, perché Sara Errani avrà anche nettamente perso la finale del Roland Garros (6-3 6-2), ma per due settimane ha stupito il mondo. Nonostante la sconfitta, la 25enne romagnola torna in Italia con uno storico trofeo conquistato con Roberta Vinci in doppio e domani salirà dal 24° al 10° posto della classifica mondiale, addirittura 4ª nel ranking stagionale: perché non sognare in grande? Del resto chi - appena sei mesi fa - avrebbe pronosticato una finale Slam per la Errani? E chi avrebbe scommesso su un ingresso della piccola grande romagnola nelle top 10? Sarita invece ce l'ha fatta: con tanta grinta, abnegazione e un cuore immenso ha scalato le montagne, migliorato la risposta e il servizio - ancora il colpo debole dell'azzurra - ma soprattutto è diventata più aggressiva in campo, condizioni indispensabili nel tennis moderno. Peccato solo aver incontrato proprio ora la miglior Sharapova degli ultimi quattro anni. Peccato perché - dopo aver utilizzato al meglio vecchie e nuove armi per superare Ivanovic, Kuznetsova, Kerber e Stosur - contro la potenza della siberiana la Errani è sembrata all'improvviso indifesa. Scappati via i primi quattro game per una tensione certo comprensibile, con pazienza e senza mai demordere Sarita ha provato a prendere in mano il gioco, senza però mai riuscirci. La prima finale al Roland Garros - unico Slam ancora assente dalla bacheca della russa dopo i trionfi di Wimbledon 2004, Us Open 2006 e Australian Open 2008 - ha regalato alla Sharapova un'energia incredibile. Travolta come purtroppo si temeva nei game di servizio, per una volta la Errani non ha trovato i giusti tempi in risposta - se non nel finale - e dunque quasi mai ha potuto prendere l'iniziativa e imporre le sue variazioni al gioco. Le lacrime versate da Sara sulla panchina del Philippe Chatrier dopo l'ultima, micidiale accelerazione della Sharapova hanno commosso anche il pubblico francese, dall'inizio al fianco della romagnola come già della Schiavone. Da oggi, però, la Errani può sorridere, degna erede del trio delle meraviglie Schiavone-Pennetta-Vinci: «Sono state due settimane incredibili - ha spiegato - non mi sento una top 10, ora lo sarò ma non voglio che la mia vita cambi. Voglio ringraziare il mio staff e soprattutto i miei genitori: questo premio è vostro». Concluso il femminile, oggi pomeriggio va in scena l'ultimo atto del Roland Garros. In campo (Eurosport ore 15) i primi due giocatori al mondo, Djokovic e Nadal, per la stessa finale già vista negli ultimi tre Slam: a Wimbledon, New York e Melbourne ha vinto il serbo, ma stavolta lo spagnolo sembra inarrestabile.

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