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Daniele Piccini In Italia, a bordo delle automiobili, circa 3,5 milioni di bambini rischiano la vita.

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Incittà poi, dove avvengono il 70% degli incidenti stradali, l'utilizzo dei sistemi di ritenuta per i bambini diminuisce ancora, del 50%. Il tragico esito di questa negligenza è che, secondo le statistiche di ACI-Istat, nel corso dell'anno 2010, nelle strade italiane, sono morti 41 bambini con meno di 9 anni, con un incremento di decessi rispetto al 2009 del 28%. «Ho troppa fretta per legare mio figlio al seggiolino»; «Tanto devo percorrere solo un breve tragitto»; «Se costringo mio figlio al seggiolino, piangerà per tutto il tempo». Sono questi i «pensieri killer», causa del decesso di molti bambini. Fretta, brevità del tragitto e poca pazienza nel sopportare le proteste dei figli sono in effetti i motivi che l'ACI ha individuato per il mancato utilizzo del seggiolino nel 2010. A fronte di queste cattive abitudini degli automobilisti italiani, la Assogiocattoli, insieme a Fondazione ACI Filippo Caracciolo, in collaborazione con la Polizia Stradale, qualche giorno fa ha organizzato a Roma un convegno dal titolo «e viaggiarono tutti sicuri e contenti», per sensibilizzare sull'importanza di questo dispositivo. «Non è accettabile che i bambini rischino la vita in auto per la distrazione e la negligenza dei genitori», ha affermato durante il convegno Angelo Sticchi Damiani, presidente dell'ACI. «Così come la guida in stato di ebbrezza è una scelta pericolosa, illegale e immorale, allo stesso modo la decisione di trasportare in modo insicuro un bimbo deve essere punita con la massima severità. Gli incidenti sono ancora la prima causa di morte per i ragazzi tra i 5 e i 13 anni in Europa, dove ogni anno perdono la vita sulle strade 12.000 minori, 5.000 dei quali bambini».

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