La stangata di Palazzi Rinvio Mauri
DanielePalizzotto Stefano Mauri resta in prigione. La risposta sull'istanza di scarcerazione presentata mercoledì dai legali del calciatore, subito dopo l'interrogatorio di garanzia del vice capitano della Lazio, non è arrivata e di sicuro non arriverà nel weekend: il giudice per le indagini preliminari Guido Salvini ha rivelato che fino a lunedì non sono previste nuove scarcerazioni. Dunque Mauri trascorrerà anche il weekend nella prigione cremonese di Ca' del Ferro, come pure l'ex giocatore Omar Milanetto, a disposizione per nuovi eventuali interrogatori. «Dagli indizi raccolti su Mauri la misura cautelare non mi sembrava necessaria – ha spiegato Matteo Melandri ai microfoni di Radio Sei – comunque restiamo fiduciosi e il giocatore è sereno: stiamo percorrendo tutte le strade legittime e abbiamo presentato anche richiesta di riesame al Tribunale di Brescia». I magistrati di Cremona, però, non sono rimasti soddisfatti da quanto raccontato da Mauri, come non saranno rimasti soddisfati dal silenzio scelto ieri dall'attaccante della Sampdoria Cristian Bertani, indicato da Gervasoni e Carobbio per diversi match truccati. «Noi rimaniamo a disposizione per ulteriori confronti - ha aggiunto l'avvocato Melandri - ma Mauri ha già ampiamente illustrato e dibattuto». Dal processo in corso a Roma, però, arrivano preziose indicazioni per la Lazio. Risolti con estrema clemenza i patteggiamenti, Stefano Palazzi ha utilizzato la mano pesante nei confronti dei deferiti a giudizio davanti alla Commissione Disciplinare, primo grado dell'ordinamento sportivo, chiedendo tra le altre cose 27 punti di penalizzazione e 90 mila euro di ammenda per l'Albinoleffe (nove illeciti contestati), 19 punti e 70 mila euro per il Piacenza (sei illeciti), 6 punti più 50 mila euro e l'esclusione dalla prossima Tim Cup per il Novara (due illeciti).Richieste severe giustificate da un preciso «tariffario» seguito dalla Procura per la responsabilità oggettiva dei club e indicativo in vista del prossimo processo sulla serie A: due punti di penalizzazione per ogni illecito sportivo commessa dai propri tesserati; un punto per le aggravanti; un punto per gli illeciti commessi dai tesserati su partite non relative al club; un punto per responsabilità presunta. La disparità di trattamento tra le società che hanno deciso di patteggiare e quelle coinvolte nel dibattimento - vedi il raffronto tra Albinoleffe (27 punti per nove illeciti) e Grosseto (6 punti patteggiati per otto illeciti) - ha però suscitato diversi dubbi ai piani alti della Federcalcio: «In singoli casi – si è appreso da ambienti federali – potrebbe scattare il potere di impugnazione dei provvedimenti in capo al presidente federale». Uno scenario respinto da Palazzi con un commento lapidario: «Il presidente Abete è un galantuomo». Lo stesso non avranno pensato del procuratore federale Sartor, Zamperini, Santoni e Mario Cassano, per i quali Palazzi ha chiesto cinque anni di squalifica più la preclusione per la partecipazione ad un'associazione finalizzata alla commissione di illeciti. Un dato sembra dunque certo: patteggiare - come ha fatto in extremis anche Locatelli (2 anni di squalifica) - è senz'altro conveniente.