«Conte riunì la squadra Disse: l'accordo c'è»
Èl'ex giocatore del Siena ad aver spinto dentro l'inchiesta calcioscommesse l'allenatore campione d'Italia, al tempo dei fatti tecnico del Siena e ora indagato dagli inquirenti. Ai pm di Cremona conferma le dichiarazioni già rilasciate al procuratore federale Stefano Palazzi: «In sostanza Conte si limitò a dire che avremmo pareggiato la partita e che era stato raggiunto un accordo per il pareggio», è la testimonianza di Carobbio. La partita di cui si parla è Novara-Siena: «Al contrario di quanto accaduto in occasione di Albinoleffe-Siena, i giocatori hanno appreso dell'accordo in occasione della riunione tecnica che ha preceduto la partita». I presenti a quell'incontro, secondo Carobbio, erano, oltre a Conte, il vice allenatore Angelo Alessio, il collaboratore tecnico Stellini, il preparatore dei portieri Savorani e tutta la squadra. Il legale dell'allenatore della Juve è «convinto che» il suo assistito «non c'entra nulla». Frase ripetuta anche da John Elkann. Ma a denunciare le combine sospette da parte del Siena (nel mirino ci sono otto partite in tutto) non è solo Carobbio. C'è anche Carlo Gervasoni, altro calciatore finito in carcere. Secondo le informazioni raccolte dagli inquirenti in almeno 4 dello 8 partite «il risultato finale sarebbe stato condizionato da precedenti accordi intrapresi tra rappresentanti della società contrapposte, per reciproci vantaggi di classifica, sostenuti dalla convenienza di alcuni calciatori». E intanto, dopo i 19 provvedimenti della procura, i giocatori coinvolti passano i giorni in carcere. Anche per Stefano Mauri è la prima notte in galera. È in una cella a Cremona. La condivide con due immigrati. Pensa. Riflette. Guarda la tv. Poi legge e rilegge le carte dell'inchiesta che l'hanno catapultato in un incubo. Il suo legale, Matteo Melandri, dice: è «sereno». Che «sta bene e studia l'ordinanza per potersi difendere». Sereno e convinto di essere estraneo ai fatti, certo. Ma per lui, queste, restano le ore più difficili da quando ha iniziato a tirare calci a un pallone. L'avvocato racconta che Mauri ha avuto modo di guardare la conferenza stampa del procuratore, lunedì. «Sono pronto in ogni istante a un confronto sulle accuse», avrebbe detto la bandiera della Lazio. Del resto, domenica sera il giocatore era partito da Roma alle 23 destinazione Cremona per andare a prendere direttamente lì la sua notifica di custodia cautelare. «Noi - dice Melandri - eravamo pronti a un confronto anche senza aver letto l'ordinanza. Sono stati tutti molto cortesi nei suoi confronti, dal personale del carcere agli agenti della questura». E anche il Giudice per le indagini preliminari (Gip), Guido Salvini, sembra venire incontro al laziale. Anticiperà l'incontro con Mauri e il suo avvocato alle 16 di oggi (saranno interrogati anche Milanetto e Turati). Chiede di essere ascoltato al più presto anche Mimmo Criscito, l'azzurro indagato e rispedito a casa dal ct Prandelli. Il giocatore continua a ripetere che l'unico elemento a suo sfavore è una foto che lo ritrae assieme ad alcuni tifosi del Genoa. «Criscito è sereno - dice il suo legale, Eriberto Rosso - per quanto può esserlo un giovane che si vede negare un appuntamento importante e non ne capisce il motivo». Mentre esce dalla stanza degli inquirenti dopo un'ora di interrogatorio Matteo Calvini: è soddisfatto di come è andata, secondo le dichiarazioni dell'avvocato Gaetano Mari che racconta di non aver «toccato» la questione dei rapporti tra Vieri e Tisci. Il legale ha chiesto la revoca della misura cautelare. Il Gip valuta e intanto scarcera Vittorio Gatti, ora sottoposto all'obbligo di firma. Chi passa ore di tensione è Giuseppe Sculli. Il procuratore di Cremona lo indica come un uomo «legato alla criminalità organizzata», ma il Gip non dispone ancora alcuna misura cautelare. Il calciatore, biancoceleste in prestito al Genoa- fatti, si sfoga, spiega la sua amicizia con il pregiudicato Altic e le immagini che lo ritraggono con lui: «Sono schifato, quanto ancora andrà avanti tutto questo? Non ne resterà altro che carta. All'osteria del Coccio - dice in un'intervista al Secolo XIX -, dove hanno scattato quelle foto andavo sempre. Altic lo conosco. Escludo assolutamente che si sia parlato di Lazio-Genoa, non ho mai scommesso in vita mia, di questa vicenda non so nulla». Ed è solo il secondo giorno di caos calcioscommesse.