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Simone Vitta Mark Webber è il re di Montecarlo, Fernando Alonso è il leader del Mondiale più equilibrato della storia.

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Mai,in 63 edizioni, il campionato è stato così democratico. Il canguro salta dalla pole position e taglia il traguardo davanti alla Mercedes di Nico Rosberg e alla Ferrari di Fernando Alonso. Lo spagnolo ottiene il massimo nella corsa più glamour e più anomala: recupera due posizioni rispetto allo start, sale sul podio e si prende il primato solitario in classifica con 76 punti. Webber e Vettel, oggi quarto, inseguono con 73 punti e regalano alla Red Bull il primato tra i costruttori con 146 punti. La McLaren ne ha 108, merito soprattutto di Lewis Hamilton (63), quinto al traguardo. La Ferrari insegue a quota 86 e, finalmente, può contare su due piloti: il sesto posto di Felipe Massa non è un risultato memorabile, ma conferma i lenti progressi del brasiliano, capace di rimanere agganciato ai migliori nel lungo pomeriggio di 78 giri che offre gli unici brividi all'inizio e, in parte, alla fine. Dopo il prevedibile caos al semaforo verde, con la carambola che mette ko la Lotus di Romain Grosjean e che fa tremare la Mercedes di Michael Schumacher, si riparte alle spalle della safety car. Webber, scattato dalla pole, guida il serpentone nel quale le Ferrari di Alonso e Massa occupano il quarto e il quinto posto. Schumi, invece, è ottavo dopo il problematico avvio. Quando si comincia a fare sul serio, non c'è traccia di sorpassi. Davanti a tutti, la Red Bull con targa australiana prova ad allungare e guadagna qualcosa sulla Mercedes di Rosberg: 2" di margine dopo 20 tornate, però, non bastano per parlare di fuga. Giro dopo giro, cresce la rossa di Alonso che si avvicina al terzo posto, occupato dalla McLaren di Hamilton, e si allontana da Massa. I primi 4 della fila, partiti con gomme supersoft, rientrano ai box per cambiare gli pneumatici, senza aspettare l'arrivo della pioggia annunciato dalle previsioni meteo. La gara, contrariamente ai messaggi inviati dal paddock, rimane asciutta. La Ferrari dell'asturiano torna in pista nel 31° giro e si ritrova davanti alla McLaren. Alonso, però, è sempre quarto: al comando c'è la Red Bull ma è quella di Vettel, che vola con gomme soft e ritarda la sosta nella vana attesa di imminenti novità dal cielo. Il campione del mondo prende il largo rispetto al compagno Webber, che a metà gara (39 giri su 78) è staccato di 17". Il tedesco gestisce senza apparenti difficoltà il progressivo degrado delle coperture. Vettel effettua la sosta nel 47° passaggio e, con gomme supersoft, torna in pista in quarta posizione. Alle sue spalle ci sono Hamilton e Massa: i primi 6 sono raccolti in 6-7", ma non si vede un attacco degno di nota. La monotonia, a 13 giri dalla bandiera a scacchi, viene spezzata dalle prime gocce della tanto attesa pioggia. Mentre Schumi si ritira mestamente, sull'asfalto bagnato sembra scatenarsi la bagarre tra i top 6: Webber è «azzannato» da Rosberg, Alonso e Vettel si incollano alla Mercedes, Hamilton e Massa non mollano. Chi spera di assistere ad un sorpasso, però, rimane deluso. Non cambia nulla... finisce così.

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