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Hesjedal 8.5 Chi se lo aspettava in rosa a Milano? 0 tappe vinte (a parte la cronosquadre con la Garmin), pochi avversari da controllare, tanta regolarità ad alti livelli.

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Seci fossero stati gli abbuoni nelle tappe di montagna, avrebbe vinto lui: un ulteriore motivo di rammarico. De Gendt 8.5 Lo ringraziamo per aver compiuto l'unica vera impresa del Giro, il volo alpino tra Mortirolo e Stelvio. Grazie a questo capolavoro, tra l'altro, ha agguantato un podio che fino a due giorni dalla conclusione sembrava un miraggio. Scarponi 6 Ha provato ad attaccare ma senza l'efficacia che sarebbe stata necessaria per scardinare la resistenza di chi lo precedeva. Resta amaramente ai piedi del podio. Basso 4 Per giorni ha corso da padrone, facendo lavorare molto la squadra. Poi, sul più bello, tra Pampeago e Stelvio, gli è mancato il colpo del ko. Solo quinto, per lui è una brutta débâcle. Cunego 6.5 Tra i cosiddetti big è stato l'unico a provare ad attaccare da lontano varie volte. Che poi sia servito a qualcosa, è da vedere. Urán 7 Miglior giovane, settimo della generale, farà sognare la Colombia nei prossimi anni. Pozzato, Ballan, Visconti 4 Attesi a qualche squillo parziale, per vari motivi mancati pesantemente. Schleck 4 Ritiratosi con fretta e ignominia. Cavendish 7.5 Tre vittorie di tappa, ha resistito fino a Milano, bravo. Phinney 7.5 Il personaggio di inizio Giro: maglia rosa, tante cadute, una simpatia travolgente. Kreuziger 5 Partiva per prendersi almeno un podio, resta con un (orgoglioso) successo di tappa, ma lontanissimo in classifica: la crisi di Cortina gli ha tagliato le gambe. Guardini 7.5 La soddisfazione di aver sverniciato Cavendish in una volata resterà tra i suoi ricordi più belli. Anche se in futuro potrà certamente ripetersi. Ma.G.

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