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«Vogliamo entrare in Champions. E in cda si parli di più»

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Chenel caso della Roma, sempre meglio ricordarlo, si chiama UniCredit. Non proprio un compagno d'affari qualsiasi, ma uno dei maggiori gruppi finanziari nel panorama europeo. Le parole, quando arrivano da un socio di minoranza del genere, sono sempre importanti. Soprattutto se provengono via radio, con un intervento a «La politica nel pallone» di Radio Rai-Gr Parlamento, dalla viva voce del dottor Paolo Fiorentino, vice direttore generale del gruppo UniCredit, e in un momento storico come questo. «Non ci sarebbe dispiaciuto, in qualità di sponsor della manifestazione, vedere la Roma in Champions League. Questa, però, era una stagione di passaggio e l'arrivo tra le prime tre non era in programma. La mancata qualificazione in Champions non è una sorpresa, sono più preoccupato per la mancanza di continuità tecnica». Il futuro del progetto sportivo è e resta roseo: «Jim Pallotta è il nostro principale interlocutore, insieme faremo strada. Noi come gli americani puntiamo a un brand da associare a un club vincente. L'anno prossimo lotteremo per la Champions. L'addio di Luis Enrique? Non sono un tecnico, certamente in una piazza come Roma il livello di stress è pazzesco e la squadra poteva fare meglio. Spero solo che il lavoro fatto negli ultimi dodici mesi non venga perso». Dal dottor Fiorentino, di origini napoletane e forse per questo domenica sera «pizzicato» particolarmente felice dalle telecamere di mamma Rai dopo il rigore trasformato da Cavani, arriva anche una benedizione per Montella: «Vincenzo è un nostro cliente ed è anche napoletano». Discorso societario: «Aspettiamo delle proposte degli americani, che poi valuteremo, per il budget da impiegare sul mercato. La società potrebbe uscire dalla Borsa. La recente uscita del consigliere Marra? Si è lamentato correttamente del livello di comunicazione all'interno del Cda e ha dimostrato responsabilità». M.D.S.

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