Spettacolo e valori La rinascita del maestro
Epoi risposte alla moviola e sguardi da cinepresa. La giostra di Zemanlandia riparte, con i suoi gol, le sovrapposizioni, il pressing e il fuorigioco. Ha vinto ancora, con un manipolo di ragazzini e il solito teorema. Quattro-tre-tre non è soltanto un modulo di gioco, ma uno stile di vita. Si va sempre all'attacco, ma talvolta è necessario difendersi da un Sistema che cerca di isolarti. La sua voce bassa, fuori dal coro, racconta verità scomode, nascoste, indesiderate, accompagnate costantemente dal filo di fumo che sale dalla sua inseparabile sigaretta. È un uomo di sport, prim'ancora che un insegnante di football. E ancora una volta ha vinto grazie alla cultura del lavoro, da quarant'anni sua unica compagna di viaggio. Gli inizi a Palermo coi picciotti tolti dalle strade, i primi successi sul campo sterrato del Licata. E poi via, in giro per l'Italia a predicare calcio, da Messina a Foggia fino ad arrivare nella Capitale. Qui ha fatto innamorare due tifoserie, gettando le basi per i futuri successi dei due club. Esalta le qualità di Nesta e Totti, e con loro manda in Nazionale anche Di Matteo, Signori, Fuser, Rambaudi, Favalli, Di Biagio, Tommasi, Delvecchio. Il percorso successivo al terremoto sul doping è un esilio forzato: Istanbul, Napoli, Salerno, Avellino, Lecce, perfino Brescia. La risalita è lenta ma costante. Lui va, con la solita coerenza, e la stessa filosofia. Il suo calcio è gioia, passione, divertimento. Ieri, nel piovoso pomeriggio di Marassi, l'emozione ha preso il sopravvento: lacrime mischiate alla pioggia, per ricordare uno dei suoi ragazzi, Franco Mancini, preparatore dei portieri del Pescara scomparso a fine marzo. Ma in quelle lacrime c'era anche tanta felicità per avercela fatta, per essere tornato nuovamente a casa, nel campionato di massima serie che lo dovrebbe accogliere di diritto per i meriti acquisiti sul campo. Il suo ritorno in serie A ricorda il capitolo più emozionante della sua vita, il ritorno a Praga dopo vent'anni passati in esilio lontano dalla famiglia, dal padre, da Ponte Carlo. Il boemo è tornato. In ogni piazza di ogni angolo del mondo c'è un bambino che gioca e si diverte con un pallone tra i piedi. Il calcio di Zeman diverte allo stesso modo. Perché è un calcio pulito, incontaminato, fatto della stessa materia di cui sono fatti i sogni.