De Rossi 5 Tre mesi molto buoni al grido «è tornato!», poi, firmato il contratto, si è ammosciato.
Gago6 Alti e bassi, errori imperdonabili e giocate essenziali. Nel complesso è stato sicuramente tra i «meno peggio» a centrocampo. Ma in pochi se ne sono accorti. Pjanic 6 Grandi piedi, buona personalità a dispetto dei 21 anni, adatto a giocare in più ruoli. Tutto benissimo fino a un maledetto infortunio curato male e peggiorato con una partita in Nazionale. Ma il futuro è suo. Marquinho 7 In quattro mesi ha superato tanti suoi compagni. L'«Acquistinho» di gennaio è diventato un ottimo innesto da febbraio in poi. Gol, inserimenti, sacrificio e un paio di gare da terzino niente male: la conferma gli spetta di diritto. Simplicio 6.5 Dalla tribuna al campo e viceversa, un'altalena continua che avrebbe sfiancato chiunque. Lui no: un altro esempio come Taddei. Greco 5 Vale il discorso fatto per Rosi: poteva spiccare il volo ma è rimasto inchiodato ai suoi limiti. Perrotta 5 Bocciato sin dall'inizio, Luis Enrique gli ha chiesto di fare il terzino destro ma l'invenzione è durata poco. Il mucchietto di presenze accumulate sono bastate per un rinnovo di contratto che la Roma avrebbe evitato. Totti 6.5 Non è stato il massimo ricominciare a fare il trequartista a 35 e rinunciare ai gol. Superato lo choc iniziale e la paura di un complotto ai suoi danni ha dato tutto quel che gli è rimasto dentro per la Roma. Una squadra ancora dipendente dal suo carisma tecnico: i risultati senza lui in campo sono una sentenza. Osvaldo 6 Tanto bravo a smentire gli scettici a suon di gol e mitraglie, quanto imperdonabile per alcuni comportamenti. Le espulsioni e lo schiaffo a Lamela pesano nel bilancio di una stagione a due facce conclusa da capocannoniere. Bojan 5.5 Il suo immenso talento s'è solo intravisto. Colpa dei suoi limiti di personalità, delle difese meno aperte rispetto alle spagnole ma anche del poco spazio che gli ha dato Luis Enrique: tante presenze, quasi tutte da subentrato. Il finale, almeno, è stato incoraggiante. Lamela 6 Un approccio da fenomeno al campionato italiano con un gol segnato dopo otto minuti. S'è preso il posto da titolare e lo ha mantenuto con merito ma a un certo punto si è smarrito. Difetti di gioventù, non gli manca certo il tempo per trovare la continuità. Alessandro Austini