Euro 2012, andiamo per vincere
Scelte decise, taglio col passato e la volontà di arrivare in fondo all'europeo che prenderà il via l'8 giugno in Polonia-Ucraina. Prandelli non si nasconde nel primo giorno del pre-raduno azzurro e carica il «suo» gruppo in vista di un torneo che potrebbe dare grande soddisfazione ai colori azzurri. «Partiamo per vincere - attacca il ct nella prima conferenza stampa post-campionato - dobbiamo pensare che siamo una buona squadra, vogliamo proporre una Nazionale che mostri un gioco fluido». Un gioco che dovrà arrivare anche grazie alla scrematura della prossima settimana quando il commissario tecnico dovrà rispedire a casa nove dei trentadue azzurri attualmente convocati. «Non ho un obiettivo minimo - continuo - ma sfido chiunque a pensare che non si possa arrivare in fondo. Si punta a vincere, poi magari ci si rende conto di aver fissato un obiettivo troppo alto». Risponde a quanti aveva espresso perplessità sulle convocazioni, sull'assenza di un attaccante di peso, sulla decisione di portare agli Europei un'Italia formato «mignon». «Sei attaccanti sono più che sufficienti per come vogliamo giocare. È una scelta tecnica, questi giocatori possono esprimersi al cento per cento in questa squadra. Gli altri non sono stati convocati per motivi tecnici, non ci sono altre situazioni particolari. Non so se porterò 5 o 6 punte: ci penserò fino all'ultimo giorno», dice lasciando tutto aperto. Ovvio come gli occhi siano puntati sui giocatori di maggior talento e su coloro sui quali Prandelli a puntato anche rischiando qualcosa: uno su tutti Balotelli (arrivato ieri sera in ritiro). Talento indiscusso ma che non rispecchia appieno il nuovo corso di fair-play imposto dal ct azzurro. Anche qui Prandelli ha le idee chiarissime. «Balotelli ha giocato poco nelle ultime partite ma ha vinto il campionato. È uno dei talenti italiani che dobbiamo aiutare ad esplodere, speriamo possa farlo agli Europei. Mario, come Giovinco e Di Natale, sa interpretare molto bene la fase offensiva. Destro, poi, non è la classica punta centrale, è un attaccante moderno». Ma oltre ai promossi, ci sono poi ovviamente i bocciati, tra questi qualche nome eccellente vedi Pazzini, Matri, ma anche Osvaldo e Borriello: attaccanti di «peso» che non entrano come dovrebbero negli schemi del nuovo corso. «Quando si è esclusi, si può pensare di aver subito un torto. Io, in passato, ho detto che avrei fatto scelte meritocratiche: sfido chiunque a dire che non avrei dovuto chiamare Giovinco e Di Natale. Cassano e Di Natale?In alcune situazioni possono anche giocare insieme». Inomi ci sono dunque, ora non resta che cominciare a modellare questa Italia sua immagine e somiglianza. «Non abbiamo tantissimo tempo, proveremo più di un modulo. Ma il nostro marchio prevede che i centrocampisti costruiscano il gioco - dice entrando nel merito tattico - in difesa proveremo anche la difesa a tre, ma tendenzialmente preferisco un centrocampista in più». In difesa il nodo è legato alle condizioni di Chiellini: qui Prandelli fa spallucce confidando nel recupero del centrale campione d'Italia. «Non sono per nulla preoccupato, Chiellini cercherà di essere disponibile fino all'ultimo giorno». Nessuna novità a centrocampo dove il padrone di casa sarà sempre e ancora Pirlo: ma senza escludere alternative. «Sarà un punto di riferimento, ma dovremo essere in grado di sviluppare altre strade». Discorso a parte sui giovani, a partire da quel Verratti che sta costruendo il suo sogno sotto l'ala protettiva di Zeman. «Ci sono più motivi per la convocazione di Verratti - spiega - ha qualità importanti, si può proseguire il lavoro cominciato nelle Nazionali giovanili. L'Italia non è un premio a gettone, è qualcosa che si merita nel tempo. Diamanti? Ha dimostrato duttilità tattica e continuità di rendimento». Si apre un nuovo ciclo, se ne chiude un altro: mentre i «giovani» azzurri corrono sul campo, «vecchi» eroi (Gattuso e Cannavaro) studiano da allenatori qualche metro più in là sempre a Coverciano. È il nuovo corso che avanza: prima tappa, Euro 2012.