Roma, Cambio guardia
L'«hasta luego» di Luis Enrique alla Roma è questione di giorni. Ieri non era quello adatto: il tecnico ha compiuto 42 anni, ha diretto l'allenamento a Trigoria come se nulla fosse, poi ha festeggiato in famiglia rinviando l'annuncio dell'addio alla squadra e ai dirigenti. «Non parlerò con Luis Enrique - ha anticipato in mattinata Franco Baldini prima di incontrare in Campidoglio i ragazzi del progetto "Scrivo Sportivo" - voglio lasciarlo tranquillo nel giorno del suo compleanno». Ma ormai nella Roma sono tutti convinti che c'è poco da fare per convincere l'allenatore a cambiare idea. Luis Enrique è pronto a farsi da parte, provato a livello fisico e nervoso. Vuole prendersi un anno sabbatico come intendeva fare già la scorsa estate, prima di accettare la proposta giallorossa su suggerimento di Guardiola. La sua decisione è maturata a cavallo delle partite con la Juventus e la Fiorentina, Baldini ha provato a farlo desistere, ma ora non intende più forzare la mano e resta in attesa con Sabatini. Luis Enrique potrebbe ufficializzare la resa a Cesena, intanto la Roma è partita alla caccia del successore. Stavolta si vuole andare sul sicuro. L'identikit: un tecnico italiano o comunque già collaudato nel nostro calcio, che sappia proporre un'idea di gioco simile a quella dello spagnolo. Tolti dal mazzo gli stranieri alla Villas Boas o i difensivisti in stile Mazzarri, restano due nomi al centro dei pensieri della Roma. Entrambi attualmente si affidano al 4-3-3 e sono degli ex: uno più fresco, Montella, l'altro, Prandelli, scelto proprio da Baldini nel 2004. L'«Aeroplanino» è uno dei pezzi forti del mercato delle panchina, si è lasciato tutto sommato bene con la nuova dirigenza giallorossa. «È stato un bene per tutti che io andassi a Catania - ha ammesso Montella sabato scorso all'Olimpico - e ora leggere il mio nome accostato alla Roma fa piacere». Legato per un altro anno al club siciliano, seguito anche da Lazio e Napoli, Vincenzino dovrebbe prima convincere il presidente Pulvirenti a liberarlo. Un ostacolo aggirabile, ancor più facile l'accordo sull'ingaggio. Per la Roma il ritorno di Montella sarebbe l'ammissione di un errore, ma questo non condizionerà la scelta. Nessun dubbio, invece, attorno alla candidatura di Prandelli. È un allenatore apprezzato dall'ambiente, in perfetta sintonia con lo stile «etico» della società, legato a De Rossi e in ottimi rapporti con Totti. Soprattutto è abituato a lavorare con i giovani. A Roma ci tornerebbe volentieri in virtù del legame rimasto intatto con Baldini, della voglia di riprendere un discorso interrotto bruscamente nel 2004 contro la sua volontà e del desiderio di tornare quanto prima ad allenare un club. Prandelli, infatti, sembra essersi stancato della vita da ct e ha in mano gli «strumenti» per liberarsi dalla Nazionale. Il suo contratto con la federazione firmato nel 2010 è di due anni più due: in realtà scade alla fine degli Europei e i successivi due anni sono legati a un'opzione di rinnovo. Il problema, semmai, sarebbe quello di doversi accordare con la Roma prima di partire verso Polonia e Ucraina. Altri candidati? Capello ha inviato più di un segnale a Baldini ma non viene preso in considerazione, Guidolin ha fatto sapere al dg già l'anno scorso che intende restare a Udine, mentre Pioli, apprezzato da Sabatini, non convince appieno a livello tattico. Chiunque sia l'allenatore potrebbe ritrovarsi nello staff Angelo Peruzzi. «Nel caso in cui arrivasse una proposta - conferma l'attuale vice di Ferrara nell'Under 21 a Radio Manà Manà - sarei pronto a valutarla». E la chiamata di Sabatini sta per arrivare.