La Juventus è Campione d'Italia

Vincere lo scudetto da imbattuta con una giornata d'anticipo. La Juventus conclude la sua grande cavalcata con la vittoria per 2-0 sul neutro di Trieste contro un coriaceo Cagliari e ritorna ad assaporare il gusto del tricolore dopo la difficile ripartenza del post-Calciopoli. I bianconeri riescono nell'impresa e, grazie anche al risultato del derby, fanno festa una domenica prima della fine, facendo il loro dovere contro gli isolani dopo il mezzo stop con il Lecce che aveva fatto suonare più di un campanello d'allarme. Senza Agostini squalificato, Ficcadenti presenta un undici senza uno dei suoi uomini-faro, Cossu, spedito in panchina per dar spazio ad un tridente composto da Thiago Ribeiro, Pinilla e Ibarbo. Una mossa che priva il Cagliari di fosforo a favore di un maggior impatto fisico. Conte, privo dell'infortunato De Ceglie, ritrova Pepe e si affida in fase offensiva alla coppia Matri-Vucinic. L'equilibrio dura 6', quanto basta ai bianconeri per passare in vantaggio. Bonucci pesca in profondità Vucinic, scattato in posizione quantomeno dubbia: il montenegrino davanti ad Agazzi non si scompone e lo trafigge in mezzo alle gambe. I sardi non riescono a uscire dalla loro metà campo, la pressione dei bianconeri non lascia spazi. Agazzi non può distrarsi, anche se, rispetto alla mole di gioco juventino, non ha un super lavoro. Marchisio, al 13', batte debolmente, Pirlo al 16' non angola a dovere, mentre è di Pepe, al 17', la conclusione più insidiosa per i guanti del portiere rossoblù. Brutto impatto aereo, al 22', tra Pinilla e Lichsteiner: ha la peggio l'ex laziale, portato via in barella e sostituito da Caceres. Gli spalti inziano a seguire attentamente le vicende del derby milanese, al 36' però Pinilla, con una botta dalla grande distanza, dà l'illusione ottica del gol. Proprio allo scadere è ancora Pepe, dal vertice, a sfiorare il palo. Squadre invariate nella ripresa, anche se Ficcadenti, strada facendo, schiererà prima Cossu e poi Larrivey, con Conte che invece fa uscire un nervoso Vidal per Giaccherini. I rossoblù hanno un approccio più convinto ma non creano occasioni: al 7' Cossu rimedia un'ammonizione ingenerosa per simulazione dopo un contatto con Chiellini iniziato fuori area. Troppo debole, al 12', il tentativo di Pepe, Vucinic al 19' spara quasi in curva da posizione interessante. Cossu, al 25', si esibisce in un destro a girare, imitato poi, con tutt'altra efficacia, da Vucinic, che al 27' chiama Agazzi ad un super intervento. È il momento migliore della Juve, che al 28' sfiora il raddoppio con un'inzuccata di Caceres e, al 29', lo trova con un pizzico di fortuna: Caceres crossa al centro, Canini per anticipare Borriello sigla la più classica delle autoreti. La partita, in pratica, finisce qui. La Juve pensa soprattutto a gestire e a godersi il momento, con un orecchio a quanto capita al 'Meazzà. Lo scudetto è scucito ai rossoneri per la gioia dei tifosi bianconeri del "Rocco" e di tutta Italia, di nuovo campioni dopo anni di sofferenza e attesa.